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Kalporz Awards 2001

Redazione

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awards2001

» PRIMO CLASSIFICATO! «
   ED HARCOURT – Here Be Monsters (Heavenly, 2001)
edharcourtEccolo, il Campione del 2001!
Ed ha solo 24 anni, e questo non ci può che fare ben sperare per il futuro… A Ed Harcourt vanno i complimenti vivissimi di tutta Kalporz, assieme alle chiavi della città consegnate direttamente dalle mani del Sindaco Max! Continua così, ragazzo…leggi la recensione!
» PIAZZA D’ONORE «
 MARK LANEGAN – Field Song (Sub Pop, 2001)
fieldsongslanegan

Dalle ceneri del grunge, dai capelli lunghi e le camicione a quadri degli Screaming Trees, nasce un dei più profondi cantautori che la terra americana ci abbia regalato negli ultimi tempi. Con Tom Waits nella mente, Mark ci porta in viaggio per terre desolate, come nel migliore dei film “on the road”…

RADIOHEAD – Amnesiac (EMI, 2001)
amnesiac_standardLa banda di Oxford colpisce ancora: il seguito di “Kid A” è di nuovo un disco memorabile, dove si salta dal jazz all’elettronica alla ricerca di un strada per capire un mondo sempre più incasinato. Ehi Thom, ti offriamo un bicchiere di rosso, vedrai che un po’ di problemi passeranno…

 

» GLI ALTRI (MAGNIFICI) NOVE «
» AIR – 10.000 Hz Legend (Source, 2001)
10000hrzlegend
Un lavoro coraggioso: gli Air sfuggono alla tentazione di fare un “Moon Safari 2” e propongono un album più profondo, meno levigato e accessibile.
» 5) WHITE STRIPES – White Blood Cells (XL Recordins, 2001)
The_White_Stripes_-_White_Blood_Cells
I fratellini Jack e Meg soprendono con le loro disinvolte evoluzioni fra blues, country, soul e punk. Da Detroit parte la rinascita del rock americano!
» KINGS OF CONVENIENCE – Quiet Is The New Loud (Source, 2001)
Kings-of-Convenience-Quiet-is-the-New-Loud
Arrivano dalla fredda Norvegia, ma sanno scaldare il cuore con un paio di chitarre acustiche. E hanno la stella di Nick Drake a guidarli.
» BETA BAND – Hot Shots II (Regal Recordings, 2001)
beta-band-hot-shots-II
Se dedicate un po’ di tempo a questo album, la Beta spalancherà spazi siderali per le vostre orecchie. Sintonizzatevi sulla Banda della Genialità!
» THE STROKES – Is This It? (RCA, 2001)
the-strokes-is-this-it
Sono figli di papà, ma con tanta voglia di far rinascere la New York acida degli anni ’70. Chitarre, psichedelia e capelli arruffati come non ne vedevate da tempo!
» DIVINE COMEDY – Regeneration (EMI, 2001)
TheDivineComedyRegeneration
Neil Hannon ci grazia con uno dei suoi album migliori di sempre. Peccato che i Divine Comedy si siano sciolti subito dopo, viene quasi da piangere…
» BEN HARPER – Live From Mars (Virgin, 2001)
ben_harper_-_live_from_mars_-_front
Lo Spirito del Blues si incarna nel Concerto Rock, il sudore scorre a fiumi e le gole cantano fino a spellarsi. Officia il rito il sacerdote Ben Harper, gioite!
» TORTOISE – Standards (Thrill Jockey, 2001)
TORTOISE - Standards
Strumenti imprevisti, passaggi a sopresa, un autentico laboratorio di sonorità. Il rock oltre il rock, una sfida per l’ascoltatore: saprete raccoglierla?
» NATALIE MERCHANT – Motherland (Elektra/Asylum, 2001)
NATALIE MERCHANT - Motherland
Lasciatasi i 10000 Maniacs alcuni anni luce indietro, Natalie torna con un disco sereno e dai molteplici sapori, per raccontare storie femminili di fragilità e di forza.
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Se potessi ripercorrere in un attimo, nuotando controcorrente, le rapide di questo fiume oramai giunto al suo estuario, nella estrema fissità di questo mio prossimo viaggio nella noia orizzontale, sceglierei gli anni in cui la volta celeste non era altro che un enorme lenzuolo fatto a cielo e la luna una palla polverosa gettata nel vuoto e catturata con le unghie dall’egoismo del pianeta Terra. E noi, bimbi, cadevamo con essa per sempre, aggrappati in un infinto sprofondo gli uni agli altri, grazie a un gomitolo di lana nera. I grandi dimenticarono in fretta di avere un mondo con certe stelle enormi, sopra il capo, da osservare, mentre noi sacrificavamo la nostra noia migliore per costruire ponti sospesi nello spazio che ci allacciassero a un’agognata luna. La dipingemmo butterata e funesta, con maremoti sulla superficie di un ponto che non era mai tranquillo, ma tutta una schiuma fremente di gorghi e mostri marini. Nuovi esseri di ordinaria malinconia calpestavano un tappeto soffice come zucchero filato sparso su una teglia, in cui si radicavano piante cresciute dolci come torroni. Altre volte immaginammo un balzo da gigante come in mongolfiera, le tante mongolfiere tipiche di una domenica d’estate, un balzo che ci consentisse di fuggire all’avarizia terrestre e alle sue costrizioni. In anni in cui razzi enormi arrugginivano in volo, pensammo a uno sgangherato proiettile cavo sparato negli occhi della luna come nei film dei Meliès, in cui potessimo accovacciarci per il viaggio, assieme ai nostri migliori amici. Ma poi venne il tempo di un leggero disincanto, e, anche sognando a occhi aperti, non potevamo far altro che immaginarci tute e scafandri e missili scagliati a violentare qualche nuovo cielo. E poi, al ritorno, schivare incredibili uragani e tempeste, per posarci placidamente in un mare che ci accogliesse come un telo. Eravamo certo molto giovani e molto felici e pensavamo, con rabbia, di non dover invecchiare mai. (Matteo Marconi) Le puntate precedenti Back To The Future Vol. 9 - Stuart Adamson morì nel 2001 e nessuno ne parla più Back To The Future Vol. 8 - I Vines e il Verona dell'84-'85 Back To The Future Vol. 7 – “I figli degli operai, i figli dei bottegai!” Back To The Future Vol. 6 - Ekatarina Velika (EKV) Back To The Future Vol. 5 - Gli Air sul pianeta Vega Back To The Future Vol. 4 – “Stay” e gli angeli degli U2 Back To The Future Vol.3 - La lettera dei R.E.M. e di Thom Yorke Back To The Future Vol. 2 – Massimo rispetto per i metallari (1987-89) Back To The Future vol. 1 – L’estate di Napster 14 settembre 2010