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Pensandoci adesso, è chiaro che nessun altro se non Badly Drawn Boy poteva occuparsi della colonna sonora di un film come “About a Boy”, tratto dall’omonimo libro di Nick Honrby. Un po’ perché entrambi attingono a un immaginario comune di libri e, soprattutto, dischi, senza suonare nostalgici. Un po’ perché praticamente nessun altro musicista in Inghilterra, e nel mondo intero, possiede quel tocco dolente e allo stesso tempo ironico che si trova nelle pagine migliori di Nick Honrby. A testimoniarlo c’è il bellissimo disco d’esordio di Badly Drawn Boy, “The Hour of Bewilderbeast”, che a due anni dalla pubblicazione appare già come un piccolo classico.
Arrivando a “About a Boy” la cosa sorprendente è che, pur essendo una colonna sonora e pur contenendo piccoli intermezzi strumentali frapposti tra i brani, in sostanza è un disco di canzoni. Qualcosa come la personale rilettura del romanzo da parte del musicista inglese attraverso i pezzi registrati insieme a Tom Rothrock, produttore in passato di gente come Beck ed Elliott Smith. Canzoni che ancora una volta dimostrano come Badly Drawn Boy sia vero un artista.
Per scoprirne l’incanto si può iniziare dal primo singolo, un piccolo gioiello intitolato “Silent Sigh”, e assaporare la dolce atmosfera soul che affiora da questa ballata pianistica che pare guardare al mondo di Ed Harcourt. E poi approfondire, toccando due perle pressoché acustiche, “River, Sea, Ocean”, con qualche lontano umore jazz, e “Above You, Below Me”, arricchita da eleganti partiture orchestrali. Oppure è possibile imbattersi nella leggerezza pop di “A Peak You Reach” o ancora perdersi nella melodia cristallina di “Something to Talk About”, dolce amara come solo le ballate di Elliott Smith sanno essere. Mentre a dimostrazione di quanto sia ampio lo spettro musicale su cui opera il Nostro, spuntano piccoli esperimenti con l’elettronica come “S.P.A.T.” e soprattutto lo strumentale “Delta (Little Boy Blues)”, riuscito incontro tra le flessuose ritmiche dell’hip-hop e musica acustica.
Ma più di ogni cosa lascia stupefatti come un lavoro che avrebbe dovuto essere interlocutorio offra invece brani così riusciti. Una ragione in più per amare Badly Drawn Boy.