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Damon Gough è un ragazzo di circa trent’anni di Manchester. Quando indossa un certo berretto di lana si trasforma in Badly Drawn Boy e vince Mercury Prize, scrive colonne sonore e sforna dischi a getto continuo. Lo incontriamo nell’area stampa del IX Festival Internacional di Benicàssim e mentre camminiamo verso il palco si parla della sua passione giovanile per Bruce Springsteen, del suo prossimo disco in uscita nel 2004, della sua etichetta e del fatto che un giorno tutti, guardando il cielo, sapranno riconoscere se una nuvola assomiglia a Badly Drawn Boy.
Bruce Springsteen è uno dei tuoi artisti preferiti. Credi che qualcosa della sua musica sia rimasto nel tuo modo di scrivere canzoni?
Non mi interessa più di tanto trovare collegamenti tra la mia musica e quella di Bruce Springsteen. Quando avevo 14 anni Bruce Springsteen è stato il primo artista a colpirmi sul serio, in particolare “Thunder Road”, che è stata la prima canzone di Springsteen che ho ascoltato. Da allora sono diventato un suo fan sfegatato perché quei pezzi mi hanno davvero emozionato e mi hanno fatto capire che c’è la possibilità di avere una vita migliore, più interessante di quella che offre un lavoro in ufficio, e mi hanno ispirato a prendere in mano la chitarra e scrivere anch’io canzoni. Ho incontrato Bruce due volte, lui è un fan della mia musica, quindi credo di aver fatto qualcosa di importante. Non sono in grado di scrivere canzoni come fa Springsteen, e lui non è in grado in scrivere come faccio io. Se c’è un filo conduttore è legato allo spirito e all’idea che la vita va celebrata, che è quello che fa la musica, la musica ci dà la possibilità di celebrare la vita.
A proposito della colonna sonora di “About A Boy”, è molto diverso scrivere canzoni che devono esprimere le idee di qualcun altro?
Mi ha sorpreso scoprire che è stato molto più facile per me scrivere canzoni per altri, questo perché non ho dovuto scavare dentro di me per trovare parole che avessero un senso per me. Ho scritto le canzoni dal punto di vista dei personaggi basandomi il più possibile sul romanzo di Nick Hornby per i rapporti tra i personaggi, sulle frustrazioni del ragazzo e sul personaggio di Hugh Grant che era un po’ un coglione. Ho cercato di utilizzare quelle situazioni per scrivere i testi dei brani.
Consideri quel disco il tuo secondo album?
Lo considero senza dubbio il mio secondo album perché è stato un lavoraccio. Dodici canzoni originali e l’inserimento della musica nelle varie scene. Probabilmente c’è voluto il doppio del lavoro rispetto agli altri miei album. Cambia la prospettiva. Per questo ho realizzato il successivo “Have You Fed The Fish” così velocemente, perché tornavo a scrivere dal mio punto di vista.
Ho letto che hai scritto un paio di canzoni del nuovo album.
Ho registrato circa 14 canzoni per il nuovo album al momento.
Quindi il disco è praticamente completo…
Sì.
Alla produzione c’è Andy Votel, come suona il nuovo disco?
Andy lavora alla produzione. È lì quando suono la chitarra o il piano con il bassista e il batterista. Ascolta le canzoni e dice la sua, del tipo “forse potresti suonare questa parte un po’ più a lungo o accorciare questa sezione” e mi aiuta a completare le canzoni. Questo è il suo stile di produzione. Ci obbliga ad arrivare al dunque. Quello che mi aspetto da Andy è che porti campioni e altri inserti nella musica che è quello che voglio. Ma questo lavoro ancora non è stato fatto. Il ruolo di Andy è stato quello di aiutare me e la band a provare le canzoni. Di solito uso il computer ma per questo disco abbiamo dovuto imparare i pezzi e registrarli. Suona tutto molto spontaneo perché è registrato dal vivo, è tutto più essenziale e il suono è più limpido. E un po’ più cupo.
Quando uscirà il nuovo disco?
Credo potrà uscire a febbraio 2004.
All’inizio di “Have You Fed The Fish” una voce su un aeroplano annuncia “Guardate, c’è una nuvola che assomiglia a Badly Drawn Boy”. Perché hai inserito quella frase?
Tutto nell’album è originale. “Tickets to what you need” è una frase nella canzone e la gente mi chiede se è un’espressione inglese ma non lo è, l’ho inventata io. Sono un cantautore, questo è quello che faccio. Il titolo originale dell’album è “All Possibilities”. Immagina di trovarti su un aeroplano, che è una considerazione banale, con il pilota che è talmente annoiato che dice di guardare fuori dal finestrino perché c’e’ una nuvola che assomiglia a qualcosa, ad un sottomarino o ad una nave, in questo caso assomiglia a Badly Drawn Boy. Gioco sul fatto che sono abbastanza famoso adesso, ma veramente sono meglio di così e dovrei essere più famoso. Immaginavo il futuro quando qualcuno dirà “quella nuvola assomiglia a Badly Drawn Boy” e tutti sapranno chi sono.
Per il tuo stile e il tuo aspetto molto riconoscibili sei diventato un personaggio. Ti interessi di questo o continui semplicemente ad essere te stesso?
È qualcosa che succede. Voglio dire, ovviamente il berretto è la cosa più evidente, poi la barba e il modo in cui mi vesto che penso le persone giudichino trasandato. Ma io sono così tutti i giorni della settimana, è una non-immagine che è diventata un’immagine. È qualcosa che non posso effettivamente controllare. Lo è adesso perché potrei cambiarlo, ma non voglio. Non è qualcosa che cerco, ma hai ragione, c’è un elemento particolare in tutte le cose che ho fatto che mi ha reso un personaggio. Non essere così riconoscibili è sicuramente positivo per molti aspetti. Ma mi fa piacere avere un po’ di attenzione su di me, fino a che non diventa troppa. Come tutto nella vita, è bello per un po’ ma mangiare troppa torta poi ti fa star male. Tutto con moderazione. Quando vieni fermato in continuazione per strada nel tua città è bello, fino a che smette di essere bello e diventa una rottura di palle. Ma è qualcosa con cui ho imparato a convivere, e poi per la maggior parte si tratta di persone simpatiche.
Riesci ancora a lavorare per la tua etichetta, la Twisted Nerve?
Ascolto la musica. Tutti devono sapere che sono contento di quello che l’etichetta produce. Ma a dire il vero negli ultimi anni mi sono rilassato molto. Non mi preoccupo troppo dell’etichetta. Io ed Andy abbiamo scelto un ruolo defilato. Io sicuramente, Andy lo sta facendo pian piano. Paul dirige l’etichetta con Rob, due ragazzi che si occupano di farla funzionare. Andy ed io facciamo un sacco di altri lavori, Andy produce, fa il dj e scrive la sua musica. Io ho raggiunto il punto in cui sono troppo occupato con la mia musica per fare quella roba. Tutti sono contenti di come vanno le cose. Faccio ancora parte dell’etichetta, ne sono orgoglioso ma non faccio granché per loro adesso.
(M & R e Luca Vecchi)
Grazie a Monica Riccò Panciroli per l’aiuto con la traduzione!
11 settembre 2003