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Questa è una recensione contorta, forse troppo. Ma tant’è.Inizia con “Firenze grande città di musica e vino” e prosegue raccontando del nuovo disco dei Rio Mezzanino – “Love Is A Radio” – come se fosse un Chianti. Sono il mago dei pretesti? Forse, ma voi continuate a leggere, fidatevi.
“Love Is A Radio” esce per “A Buzz Supreme” quattro anni dopo “Economy With Upgrade” , disco d’esordio che all’epoca fece annuire apprezzante parecchia gente. Il disco è cantato da Antonio Bacchiddu, e suonato alle chitarre da Federica Fabbri, al basso da Leonardo Baggiani, alla batteria da Orietta Giunti.
Il colore del disco è un rosso intenso, scuro, o-scuro: le atmosfere del disco, notturne, ariose, caldissime e sensuali, sono ottenute attraverso una miscela sorprendentemente sapiente e matura di archi, sax, elettronica che vanno ad aggiungersi alla strumentazione tradizionale della band e invogliano chi ascolta a socchiudere gli occhi, e a farsi raccontare dalla voce di Bacchiddu di storie d’amore, alcune finite male, altre non ancora. E proprio dietro all’amore e alla libertà di amare, che sono i temi centrali dell’album, i Rio Mezzanino costruiscono una elegantissima struttura di suoni ed arrangiamenti, arricchita anche dai cori a cui partecipano gli altri componenti della band.
All’olfatto “Love Is A Radio” profuma di blues, folk, rock, psichedelia, di Screaming Trees, Lanegan, un po’ di Cave e Calexico. Influenze nere e rarefatte, a raccontare di sogni a volte cupi a volte tersi.
Il sapore ricorda quello delle bottiglie quasi vuote di alcol, di sigarette, di terra del deserto. Corposo, maturo, raccolto ed intimo, dalla prima alla decima traccia, “Love Is A Radio” ben si abbina alle orecchie di chi ama il rock più adulto, desertico, sofferente, d.o.p
70/100
(Enrico Stradi)
27 novembre 2012