Share This Article
Segue la linea, Kieran Hebden, e continua ad esplorare i territori dell’elettronica, spingendosi, sempre più spesso, verso quei suoni da club che orma da qualche anno sembra non voler abbandonare. “Beautiful Rewind” ci dice, di nuovo, che da “Ringer” (Domino, 2008) non si torna, per adesso, indietro. Da quel breve ma efficace saggio techno-folktronico di 4 tracce, Hebden ha continuato a lavorare sulla battuta, magari spezzandola, dimostrando un’attrazione sempre maggiore per la club culture.
Gli echi, dunque, che richiamano Burial e con lui una certa ala del fenomeno dubstep. Echi che, utilizzati come ingredienti e dosati seguendo la propria ricetta, danno il senso alle prime 2 tracce, “Gong” e “Parallel Jalebi”, che, colpo dopo colpo, scavano nello stomaco.
Semplice, dritta, la cassa in “Kool FM”, traccia sfacciata, quasi grossolana. Sublime “Buchla”, che attira e imprigiona nelle maglie del suo canto ipnotico. “Unicorn”, invece, torna a parlarci, per un attimo, degli esordi, mentre “Your Body Fells” sembra scappata all’ultimo momento dalla tracklist di “There is Love in You” (Domino, 2010).
Elettronico, a volte scarno, ma sempre umano, il suono di Four Tet è in grado di sviluppare ancora il calore di cui c’è bisogno in una stanzetta d’inverno.
Ha virato, forse per sempre, il principino del suono folktronico, preparandosi ad essere, in futuro, un “classico”, già capace di attraversare, modificando e modificandosi, il confine tra gli anni Zero e gli anni Dieci.
71/100
(Tommaso Artioli)
28 ottobre 2013