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Sette tracce per rispondere ai grandi dell’elettronica sperimentale, di sponda Hyperdub o Ninja Tune che sia. Ci dovrebbe stare anche Lorenzo Nada aka Godblesscomputers in questo lotto, poiché “Veleno” è all’altezza delle sopraccitate produzioni: incantevole, dinamico, ardito.
“Nothing To Me” era già un ottimo biglietto da visita, con quei loop vocali ammalianti, la sua drum’n’bass al rallentatore, qualche soluzione ispirata dall’opera di Four Tet: non per nulla, se si riprende in mano “There Is Love In You”, album di Hebden del 2010, il secondo brano si intitola “Love Cry”, ergo qui si tratta di “I Cry”. Forse cela la melodia più insidiosa del disco, “ambientato” nelle intenzioni di Lorenzo tra pinete e lidi naturali tipici delle coste ravennati, che assurgono in alcuni punti a formare una vera e propria jungla, dove l’uomo deve metaforicamente districarsi per non soccombere. L’iniziale “What We’ve Lost” presuppone proprio questo sottile gioco tra sogno ed incubo, passato e futuro: come dire, un veleno dolce?
Proseguendo nel viaggio, con “Seventh Floor” aumentano bpm ed un senso di fascinazione creato dal collage sonoro di presenze umane in lotta con artefatti elettronici luminosi, il cui risultato mi fa tornare alla mente la lezione del compianto J Dilla. In “Collapse” il veleno sembra aver avuto la meglio, la stessa presenza umana ansima e arranca; quasi antitetica “Yuan”, la personale versione di world music di Godblesscomputers che tira la volata per “Orange”, un tappeto perfetto che prende l’ascoltatore, lo avvolge per poi innalzarlo da terra.
Non servono altre parole, servono ascolti ripetuti. GodblessLorenzoNada.
80/100
(Matteo Maioli)
29 maggio 2014