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La mia classifica di quest’anno è un po’ da pro-zia o, meglio, da reduce degli Anni Zero (e ’90). E’ che, sfrigolando e rimescolando tutte le cianfrusaglie uscite in quest’annata, non ho trovato particolari emozioni nella roba che in tanti hanno considerato “contemporanea”, per motivi diversi tra loro: di The War On Drugs non sopporto la voce di Adam Granduciel e inoltre vorrei regalargli un batterista, posto che la sua batteria che sembra uscita dagli anni ’80 mal si confà a quel rock pomposo da Springsteen dei poveri; su Sun Kil Moon mi sono messo d’impegno ma ho avuto paura di dover bisogno di chiamare il “Telefono Amico” (crea depressione istantanea); FKA Twigs mi affascina come performer ma musicalmente mi pare avere la consistenza del vapore acqueo, e potrei continuare per cui non vorrei apparire troppo acido. O, ancor peggio, arteriosclerotico.
Dunque, non avendo trovato la “contemporaneità”, mi sono affidato all’unico criterio sussidiario allo zeitgeist: la bellezza. Lo so, è concetto evanescente, ma trasversale: travalicando i concetti di tempo e spazio, di moda o trend, le canzoni belle rimangono – anche se magari un po’ demodé – come una cinquantenne in forma che non batte una ventenne, ma vuoi mettere la soddisfazione.
La Top-10
1) BECK, “Morning Phase”
Avevo paura del rischio “minestra riscaldata”: rifare “Sea Change” era impossibile, per cui perché Beck voleva ispirarsi a quell’album? Sbagliatissimo. Dopo qualche ascolto con le orecchie storte per questo malcelato pregiudizio, “Morning Phase” si è svelato in tutto il suo incanto. Quello di una algida, indescrivibilmente bella, mattina di primavera.
2) TEMPLES, “Sun Structures”
Ecco qui che scatta l’autocitazione: il 4 dicembre 2013, un po’ in anticipo rispetto a qualche altro commentatore, scrivevo che i Temples sarebbero stati la “scommessa del 2014”, e non mi sono sbagliato. E continuo a credere in loro nonostante in tanti li snobbino già solo perché qualche casa automobilistica li sceglie per le sue pubblicità. Il pop non è acqua, bisogna saperlo fare, e i Temples la sanno lunga. Ci aspettano almeno un altro paio di album ad altissimo livello.
3) ROYKSOPP, “The Inevitable End”
E’ un album in cui mi riconosco: glaciale e, a tratti, infuocato.
4) WARPAINT, “Warpaint”
Il “beautiful loser” di questo 2014: decadente, malato, svogliatamente scintillante.
5) PHILIP SELWAY, “Weatherhouse”
Io con il vecchio Phil andrei a berci volentieri una birra, perché secondo me ha tanto da raccontare. Un po’ ha iniziato a dircelo in questo disco di purissimo valore.
6) CHILDHOOD, “Lacuna”
I Childhood erano la band che avrei voluto ascoltare, e i quattro inglesi si sono materializzati nella loro disarmante innocenza.
7) BLONDE REDHEAD, “Barragan”
Le vecchie volpi non vanno mai in pensione, sanno sempre come rimanere a galla. Ecco, i Blonde Redhead hanno fatto un album intriso di molto mestiere ma anche di un’intelligenza sovrumana. Lasciando parlare molto i silenzi.
8) COLDPLAY, “Ghost Stories”
Ed ecco qui la scelta da “vecchio trombone rimbambito”. Nulla di più lontano dalla realtà: chi scrive non ha esitato a dare un 25/100 (!) ad un album come “Mylo Xyloto”, per cui fidatevi. Ascoltatelo senza alcun preconcetto, ma anche senza volerci ritrovare il senso della musica. “Ghost Stories” vi apparirà, a quel punto, come è: un curato esempio di pop in cui tutti i tasselli vanno al loro posto, senza eccessi, misurato (a parte “A Sky Full Of Stars”, ma questo lo si è già scritto in recensione) e pulito.
9) INTERPOL, “El Pintor”
Come Baggio negli anni del Brescia.
10) DAMON ALBARN, “Everyday Robots”
Un disco difficile, che si svela e subito dopo si ritira. Probabilmente non l’ho ancora compreso nel suo spessore, che in ogni caso si intravede al di là di quella patina elegante e claudicante.
Canzoni (in ordine sparso)
Death From Above 1979, “Trainwreck 1979″
Damon Albarn, “Hostiles”
Mogwai, “Simon Ferocious”
Death Vessel, “Mercury Dime”
Lucius, “Nothing Ordinary”
Popstrangers, “Country Kills”
La Sera, “Control”
Phantogram, “Howling At The Moon”
Coldplay, “True Love”
Blonde Redhead, “Mind To Be Had”
Avi Buffalo, “She Is Seventeen”
Ballet School, “Lux”
Acid Baby Jesus, “Vegetable”
Ramona Lisa, “Dominic”
Fever The Ghost, “Calico”
Broken Bells, “After the Disco”
Childhood, “As I Am”
Röyksopp feat. Robyn, “Monument (The Inevitable End Version)”
Röyksopp, “Sordid Affair”
Beck, “Waking Light”
Beck Song Reader, “Heaven’s Ladder” (feat. Beck)
Suzanne Vega, “Jacob and the Angel”
Warpaint, “Love Is To Die”
Warpaint, “Disco//Very”
Temples, “Colours To Life”
Thurston Moore, “Speak To The Wild”
Ariel Pink, “Put Your Number In My Phone”
SOAK, “B a noBody”
Leon Bridges, “Coming Home”
Tei Shi, “Nevermind The End”t
Wand, “Flying Golem”
Video
1) Warpaint, “Disco//Very – Keep It Healthy”
Non so se anche a voi fa lo stesso effetto, ma i primi minuti mi ipnotizzano come davanti a mille spirali.
2. Blonde Redhead, “The One I Love”
Perché New York è bellissima anche sotto la pioggia (però bisogna essere bravi a riprenderla così).
3. Liars, “Pro Anti Anti”
Stanno avanti, i Liars, sempre.
4. Mastodon, “High Road”
Altro che Lo Hobbit.
5. Etruschi From Lakota, “Cornflakes”
Deliziosamente cazzoni.
Concerto
Trentemøller, Estragon, Bologna, 24 febbraio 2014.
Esibizione inarrivabile
La vita è uno status
– Più vedo la copertina dell’ultimo album dei Pink Floyd e più penso: Storm Thorgerson è davvero morto (20.11.2014)
– Ieri sera Salvini in tv con la felpa dell’Emilia. Mi dichiaro immediatamente toscano (18.11.2014)
– Beh, quindi gli U2 hanno ascoltato per 5 anni i Ramones e tutto il punk per poi fare “Songs of Innocence”? Ci devono essere delle eccezioni al principio di azione e reazione (12.10.2014)
– Oggi una parigina ha affermato perentoriamente che i tortelli di spinaci e ricotta sono un piatto corso. Sì, beh… e magari il parmigiano-reggiano è di Lione, eh? (27.09.2014)
– Unieuro ti abbiamo sgamata: questi cartelloni con scritto “I love Reggio Emilia” e di là dall’Enza “I love Parma” non vanno mica bene, eh (08.08.2014)
– Zapping veloce in radio, in ordine appaiono: Antonacci, Grignani, Ligabue, Silvia Salemi, Tozzi. Poi non stupiamoci che gli italiani hanno gusti musicali di merda, eh (05.08.2014)
– Dai Paolo, ammettilo, questo cd di Beck fisso nel caricatore della macchina da 4 mesi è un po’ una fissazione… ammettilo! (31.05.2014)
– Nel 1980 ero un po’ piccoletto per andare a vedere i Police. Un po’ come Max Collini. Mio fratello ieri sera mi dice: “Eh, io volevo andarci, ma feci bene, ci fu un ferito grave tra i carabinieri. Ci andò il papà, a fare il servizio d’ordine”. Ecco, dopo 34 anni scopro che a “vedere” i Police, o meglio a rischiare di prenderle, c’era mio padre. Forse il vero rocker della famiglia (19.05.2014)
– Dopo averlo ricordato in lungo e in largo, prima e dopo, mi avvalgo della facoltå di non ricordare il 20ennale di Kurt questa settimana. Che tanto, per noi figli degli anni ’90, il suo malessere è con noi, sempre (31.03.2014)
– Non avevo voglia di stendere. Ho acceso la tele. È apparsa Maria Stella Gelmini. Sono andato a stendere subito (01.02.2014)
RIP
Enrico Fontanelli. Ancora non ci credo.
Bellezza
Tei Shi
Città
Bruxelles
(Paolo Bardelli)
Collegamenti su Kalporz:
Paolo Bardelli Kalporz 2013
Paolo Bardelli Awards 2012
Paolo Bardelli Awards 2011
Paolo Bardelli Awards 2010
Paolo Bardelli Awards 2009
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19 dicembre 2014