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A due anni da distanza dal fortunato sophomore “Quantum Leap”, che venne apprezzato anche oltreoceano finendo citato sulle webzine U.S.A. più importanti, lo scorso dicembre è arrivato “Thank you Neil”, il nuovo album del duo reggiano Dumbo Gets Mad, pubblicato per Bad Panda Records e Ghost Records.
Il nuovo lavoro si presenta come un viaggio rilassato tra lo spazio interplanetare e i locali lounge anni ’70, ispirato dal programma televisivo americano “Cosmos: A Space-Time Odyssey”, risalente ai primi anni ’80 e poi riproposto in una formula rinnovata nel 2014. E proprio come ogni puntata dello show, attualmente condotto dall’astrofisico Neil deGrasse Tyson, anche il disco si apre con un’introduzione al viaggio: la prima traccia dell’album è “Universal Guide”, in cui la voce di fondo invita l’ascoltatore a partire per questa avventura che si snoda tra sonorità psichedeliche avvolgenti, melodie magiche ultraterrene e il cantato caldo di Luca Bergomi e Carlotta Menozzi.
I Dumbo Gets Mad suoneranno stasera a Reggio Emilia, ospiti della rassegna “Red Noise” in scena al C.S. Catomes Tôt. Per l’occasione abbiamo fatto una chiacchierata con Luca, parlando di ispirazioni cosmiche e di vestiti made in China.
“Thank you Neil” è un concept album ispirato alla trasmissione televisiva americana dell’astrofisico Neil deGrasse Tyson. Quando è scattata la scintilla guardando “Cosmos: A Space-Time Odyssey”?
Cosmos è uno show televisivo magnifico. Una trasmissione storica, scientifica, che tratta i concetti base sui quali si fonda la nostra conoscenza dell’universo. Guardando lo show più di una volta mi sono reso conto di quanto la mia mente viaggiasse bene riflettendo su questi concetti, e in modo molto personale mi sono permesso di creare una traduzione di quello che mi era rimasto più impresso.
Ci sono altre trasmissioni televisive alle quali dedichereste un album o un pezzo?
“Superjail” di Adult Swim?!
(ndr: “Superjail” è una surreale serie animata prodotta negli Stati Uniti, che racconta di una prigione – la superjail del titolo – situata all’interno di un vulcano, dove si svolgono vicende inspiegabili e stranezze di ogni tipo. In poche parole: distopico, psichedlico, ultraviolento, rivoltoso, a tratti perfino splatter)
(nella foto, un fotogramma da “Superjail”)
“Thank you Neil” è stato registrato con un approccio diverso rispetto ai vostri precedenti lavori. Che cos’è cambiato? Ne siete soddisfatti?
Sì: tutto molto più live, più suonato. I tre strumenti principali sono stati registrati in presa diretta, per poi aggiungere lo stretto necessario, senza l’ausilio di produzioni funamboliche. Non dico che sia la via migliore, ma era il momento giusto per questo approccio. Ieri ho ascoltato per la prima volta il disco in vinile e devo dire che i suoni mi piacciono davvero molto.
Al release party del disco indossavate dei veri e propri costumi di scena. Sembrano un incrocio tra tuniche antiche e vestiti di civiltà extraterrestri. Chi li ha fatti?
Sono made in China e l’idea è stata di Carlotta, la cantante. Le piace sempre cercare una piccola scenografia o qualche costume e noi ci fidiamo di lei.
Lo scorso dicembre è stato pubblicato “Andromedian Girl”, il primo video tratto da “Thank you Neil”. Una clip dalle tonalità bluastre, come se i protagonisti venissero dallo spazio. Come è nata l’idea di rappresentare in questo modo Andromeda Girl?
Questi ragazzi inglesi (il collettivo Vidsett, ndr) mi hanno scritto chiedendo se fosse stato possibile girare un video per un nostro pezzo. Io ho detto di sì, loro hanno scelto il pezzo e il modo di rappresentarlo. Tutto molto semplice.
Il vostro disco si ispira al cosmo. Immaginate di fare un viaggio di andata (e ritorno) nello spazio, che dischi ascoltereste durante il viaggio?
Ne scegliamo tre: “Cottonwoodhill” dei Brainticket, “Eden’s Island” di Eden Ahbez e “The Zodiac: Cosmic Sounds”.
Qui sotto, il full streaming di “Thank You Neil”. Buon viaggio.