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Al liceo nascono i primi amori e le prime passioni. E poi spesso capita di formare una band con gli amici. A Louis Forster e James Harrison, due ragazzi di Brisbane (Australia), è successo qualcosa di simile: nel 2013 i due hanno cominciato a suonare insieme nella camera da letto di James. E nel 2014 si è unita al duo Riley Jones, dopo un mese di lezioni di batteria. Tutti e tre cantano e scrivono. Ed ad aprile 2015 hanno registrato il loro primo disco a nome The Goon Sax. Ad anticipare l’album chiamato “Up to Anything” – che uscirà l’11 marzo e l’8 aprile nel Regno Unito – sono due brani: “Sometimes Accidentally” e “Boyfriend”. Il primo, scritto da James Harrison, è un esempio di pop chitarristico sghembo, scanzonato e spensierato, ” I see a guy/ He’s pretty tall/ He’s got long hair/ And some nice hands to hold/ I’ll never be like him/ I’m not thin or tall” ; il secondo, di cui è autore Louis Forster, si basa sulla perfetta armonia vocale tra cantato femminile e maschile.
In vista dell’uscita del lavoro d’esordio del gruppo, abbiamo scambiato qualche parola con il trio.
Quando avete cominciato a suonare? Sulla piattaforma bandcamp della Chapter Music (nda. etichetta discografica del gruppo) si legge che suonate insieme dal liceo. Ma qual è la ragione per cui avete cominciato a scrivere canzoni? C’è stato un particolare evento che ha cambiato il vostro punto di vista?
Louis: Prima di formare questa band avevo già scritto canzoni. Ma nelle band precedenti, di cui ho fatto parte, ero troppo teso per mostrarle a qualcuno. Una delle ragioni che mi ha spinto a fare musica con James è perché mi sono subito sentito a mio agio con lui ed era l’unica persona a cui ero disposto a farle sentire. Penso che se c’è stato un particolare momento che mi ha fatto venire voglia di cominciare a scrivere, è stato probabilmente dopo aver ascoltato “American idiot” a sette anni. E qualche settimana dopo ricevetti una chitarra per il mio compleanno. Da allora la ragione per scrivere canzoni si è manifestata principalmente quando avevo qualcosa da dire o da documentare. Ci sono state molte cose che hanno cambiato il mio punto di vista, di certo una delle più grandi è stata ascoltare gruppi australiani. Sentirsi geograficamente vicini a certe band, in qualche modo, fa sentire quello che stavano facendo vicino anche a te. So che l’ascolto dei The Saints (che sono di Brisbane) per la prima volta ha avuto quell’effetto su di me, mi ha dato l’idea che avrei potuto fare qualcosa anch’io.
James: Penso che cominciare a suonare con Louis, nei The Goon Sax, sia stato molto naturale e semplice. Ed iniziare in quel tipo di ambiente ha aiutato veramente a dar forma al mio songwriting ed a quello che la band assomigliava. Ricordo che volevo essere come Bob Dylan e penso che sia stato una grande ispirazione del perché ho iniziato a scrivere musica.
Come avviene il processo di scrittura? Scrivete prima una melodia o c’è una storia dietro e la volete mettere in musica? Cioè come funziona in generale?
Louis:Per quanto mi riguarda ogni canzone comincia con una melodia e poi scrivo il testo. Sono davvero lento a scrivere canzoni, certamente non posso proprio sedermi e scrivere le parole in un colpo solo. Spesso scrivo qualcosa e poi solo in seguito vedo se mi piace, dopo qualche ora o dopo un giorno
James: Il mio processo è simile a quello di Louis. Scrivere sia le melodie che il testo è uno svolgimento decisamente lento e costante, ed è una cosa che faccio in gran parte da solo in quanto penso sia un’esperienza personale. Tuttavia non penso ci sia un modo giusto per scrivere musica, per me cambia ogni volta.
“Sometimes accidentally”, “Boyfriend” sono canzoni pop con grandi piccole melodie e testi arguti: un mix di Flyng nun sound, twee pop, Sarah records sound, jangle pop. Cosa dobbiamo aspettarci dal vostro primo album, “Up To Anything” ?
Louis: Grazie! Il nostro intento per l’album è stato quello di catturare il (nostro) suono di un certo momento, per questo motivo è stato registrato principalmente live. Abbiamo lasciato le canzoni del tutto spoglie senza troppa produzione sperando che venga percepito. Penso di aver pensato così tanto all’album da quando l’abbiamo registrato lo scorso aprile, non riesco davvero più a vederlo chiaramente, quindi è una domanda difficile. È decisamente molto “poppy”.
Riley: È così lusinghiero che tu ci senta quelle cose nelle nostre canzoni perché le amiamo ma non stavamo consapevolmente cercando di suonare così. È eccezionale quando le tue influenze emergono senza che tu te ne renda conto, ed è sempre piacevole quando le persone ti dicono che a loro ricorda qualcosa che ami. In quel caso spero sia lo stesso per l’album. Come ha detto Louis, è difficile dirlo ora. Penso che probabilmente ci siamo trovati in questa situazione perché per noi il fatto di registrare un album è una cosa nuova.
(Monica Mazzoli)