Share This Article
L’ultima volta che avevamo sentito parlare dei Mary in June, con il loro ep “Ferirsi”, era il 2011: nel frattempo sono successe tante di quelle cose che potremmo scriverne dei libri. Chi scrive questa recensione, per esempio, si è diplomato, ha cambiato città, ha iniziato a collaborare con Kalporz: si cambia e si cresce e anche i Mary in June sono stati “vittime” di questo cambiamento.
I Mary in June sono in quattro e il loro ultimo disco si chiama “Tuffo”, inteso come atto metaforico del lanciarsi tra le difficoltà e le incertezze della vita e nel frattempo farsi cullare dal fiume della felicità passata. La produzione è opera di Giorgio Canali, che collabora con i MiJ anche in “Un giorno come tanti”.
Tuffo è un post-hardcore addolcito, una specie di Fine Before You Came che incontrano i Gazebo Penguins e Le Luci della Centrale Elettrica, il tutto rimescolato originalmente dai quattro ragazzi, che mettono insieme dieci brani difficilmente dimenticabili. Per avere dimostrazione di quest’ultima frase, basta iniziare ad ascoltare il disco stesso: “Sogni per l’analista”, che apre lo apre, dà l’idea di emozione che continuerà a colpirci sempre più forte man mano che continuiamo l’ascolto.
“Emozione” è, per l’appunto, la parola chiave di tutto l’album. Complice anche la voce e la grande quantità di singalong presenti, è davvero difficile non lasciarsi trasportare dal flusso di sensazioni e parole che i Mary in June ci tirano addosso, quasi dovessero esorcizzare i propri demoni interiori. “Perfetto”, ad esempio, rappresenta la voglia di dire che andrà tutto bene, alla fine, nonostante tutti i casini che portiamo con noi giornalmente: ne è simbolo la frase, ripetuta come a fare uscire tutto il brutto che si ha dentro. “Facciamo sempre finta di star bene/sempre finta di star bene“.
“Tuffo” ha tutte le carte in regola per portare i Mary in June allo stesso livello di gruppi che abbiamo già citato, a fare cantare e piangere più persone possibili. Speriamo solo di non dovere aspettare altri 5 anni per la prossima uscita.
78/100
(Matteo Bordone)
26 maggio 2016