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Il concerto è finito. La folla in delirio e non potevano chiedere di meglio: quasi tutto “It’s A Shame About Ray”, i brani migliori di “Car Button Cloth” e “Come On Feel” e la speranza di una nuova, bellissima, pagina musicale con l’eroe dell’adolescenza. E’ tornato per restare e adesso c’è bisogno di una nuova pagina. Sono le tre di notte, la festa è finita e siamo in albergo. Nella camera l’unica luce proviene da una abat-jour al minimo. Un uomo in controluce sta suonando la chitarra acustica, arpeggiando note ed abbozzando giri melodicissimi su cui improvvisa alcune frasi: “Let’s just laugh/We can never do anything about anything, anyway/Whatever will be, I guess we’ll see/So let’s just laugh”. Ehi, è roba forte. Potrebbe uscirne fuori qualcosa di buono.
Sono passati dieci anni dall’ultima volta che ha visto un disco con il nome Lemonheads nei negozi, ed Evan Dando non vuole più prendere in giro nessuno. Facciamolo! Prende in mano il telefono e chiama le stanze di Bill Stevenson e Karl Alvarez, gli ex membri dei Descendents che da un anno lo accompagnano in giro per il mondo a prendersi applausi che mai avrebbero immaginato ai tempi della SST. “Facciamolo, cazzo!” e sono tutti d’accordo. Si fiondano quanto prima in uno studio di registrazione del Colorado. Sono eccitati, pieni di birra e buoni sentimenti e scrivono musica a getto continuo. Evan Dando non è mai stato così veloce e felice del suo lavoro. Dalla sua penna escono frasi memorabili e giri di chitarra che ti si stampano nel cervello. Giri di chitarra che suscitano le reazioni di uno come J Mascis, che sentendo “No Backbone” ha esclamato uno spento: “Fico”.
Evan Dando è sorpreso. L’ultima volta che ha sentito J Mascis dire qualcosa di carino a qualcuno era il 1989 e sembrava che ancora ci capisse qualcosa. Allora perché non farlo suonare? Ehi J, hai portato la tua Jazzmaster? Mai uscire senza, sembra voler dire mr. Dinosaur Jr quando tira fuori dal nulla la chitarra e stampa assoli come non ne faceva da tempo per arricchire una tra le migliori composizioni di quello che sarà poi “Lemonheads”, nono album di un nome che ha marchiato a fuoco l’underground degli anni ’90. E sembra un po’ di sentire “It’s A Shame About Ray” della maturità. Purtroppo mancano i vecchi amici, Juliana Hatfield continua a fare dischi ma nessuno se li fila ed Evan Dando si dispiace di non averla più al suo fianco. Ma così va la vita. Let’s just laugh, my drugged Buddy. Hai fatto un grandissimo disco e dal vivo verseremo ancora lacrime per te.