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Abbiamo aspettato pure troppo ad occuparci di questo disco, ma almeno abbiamo il vantaggio di poter parlarne senza quell’entusiasmo che ci aveva colpito ai primi ascolti. E allora? Abbiamo cambiato idea? Derubrichiamo le Dum Dum Girls nella categoria dei gruppi carini e nulla più?
No, la pensiamo diversamente e il perché è presto detto: le canzoni restano in mentenella loro semplice perfezione, si sono incollate nella memoria e dopo innumerevoli ascolti ancora non accennano ad annoiare, bissando il piccolo miracolo di scrivere un album di sole belle melodie riuscito a Pain Of Being Pure At Heart e Horrors, se non addirittura superandolo.
Perché se la formula Ramones + Ronettes + Jesus & Mary Chain è tutto meno che innovativa, bisogna pure riconoscere che risulta assolutamente perfetta per questo manualetto di romanticismo sognante e malinconico in undici capitoli. E alla luce di ciò, dell’innovazione possiamo benissimo infischiarcene. Il terribile mondo “indie” moderno infatti, coi suoi facili entusiasmi, genera anche il mostro avverso della critica altezzosa che continua a dire che qui di nuovo e memorabile non c’è nulla. Vero il primo punto, falso il secondo. Qui ci sono undici canzoni che ci si ritrova a cantare ascolto dopo ascolto. Innamorandosene, esattamente come accade coi Ramones e le Ronettes. E non dite che è poco.
(Lorenzo Centini)
13 agosto 2010