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“Special Moves” ovvero il giardino dei sentieri che si biforcano! Vero primo live ufficiale dei Mogwai (escludendo “BBC Sessions” raccolta live in onore di John Peel): set di 2 dischi, il cd dei concerti tenuti a Brooklyn, NY, nell’aprile 2009, e il dvd dei medesimi concerti girato da Vincent Moon, la cui mano è un marchio dolcemente impresso. Inoltre al fedele compratore è assicurato un codice con il quale scaricare altri brani della medesima occasione. Insomma, un fiume di doni per rendere più preziosa quella che è un’evidente collection della carriera dei nostri scozzesi, una linea tracciata sulla sabbia per fermarsi a guardare indietro alla propria produzione prodemente perseguita, e avanti a quello che verrà, in attesa di una nuova era, l’avvento imminente nel cielo dei Mogwai della Sub Pop.
Con i loro accordi minori, profondi come tutta la storia umana, i Mogwai donano ai loro aficionados l’ennesimo sogno elettrico di androidi dickiani precipitati nella solitudine terrestre.
I brani presenti, che saltano da un album all’altro di tutta la loro opera, ribadiscono l’oscillare tra la potenza e il languore dell’incerto che li ha resi epocali, tra la distanza dell’indicibile e la volontà di offrire il proprio cuore alla lettura senza segreti.
La tastiera scarna e austera di Burns in “I’m Jim Morrison, I’m Dead”, ad apertura di cd, è il presagio di uno stato d’animo ermetico che i lontani suoni desolati delle chitarre elettriche, irrobustite dall’irrompere morbido del basso del buon Dominic e della batteria prosperosa di Bulloch, rendono più incerto vestendolo di un velo sonico emotivamente più decifrabile. Il vocoder di “Hunted By A Freak”, poi ristabilisce una dolcezza robotica e un’ansia romantica che testimoniano l’abilità innata dei Mogwai alla comunicazione emozionante e mai sentimentale.
“Mogwai Fear Satan” il manifesto epico e catartico dei primi Mogwai, è un muro elettrico che sommerge e che riesce ancora oggi ad essere la melodia celestiale di spiriti elevati, con le sue pause soffuse, delicatamente posate su note pizzicate come rugiada sui petali, e le sue deflagrazioni che sbalordiscono. Veramente “astonish”.
“Cody” l’unico inserto cantato che nasce con una facilità che molti gruppi invidierebbero, ha il mood di un’ammissione, di una dichiarazione senza remore, senza vergogna, da amare o relegare per sempre nel bancone dei tentativi riusciti ma unici. Piccola gemma.
“You don’t Know Jesus” ci piomba invece in un’atmosfera plumbea, da attesa horror idealmente e narrativamente connessa più avanti a “Like Herod” discesa post-rock negli inferi tenebrosi dell’anima umana che emerge e si conclude con “Glasgow Megasnake”, l’ultimo brano, un drammatico aggrovigliarsi di battute instancabili, una lotta titanica e mitica contro forze cosmiche che si interrompe inopinatamente, senza una coda, senza prolungamento, senza magnificenze, con un risucchio nel silenzio che mette fine allo furore shakespeariano di umanoidi futuri.
Nonostante la bellezza di per sè evidente del cd che non aggiunge nulla alla stima che i Mogwai hanno raccolto nel granaio del loro inverno, “Special Moves” merita esclusivamente di essere acquistato per il dvd, il vero pezzo da novanta della pubblicazione. Moon infatti dà vita, servendosi di un bianco e nero espressivo, alla mistica del lavoro musicale: la telecamera è sempre sugli strumenti e le mani che li animano, sul particolare del piatto percosso, sulle corde spesse del basso, sulle dita che arpeggiano chitarre vive, sui polsi, sulle schiene ora curve ora tese dei chitarristi schierati all’unisono come cavalieri armati, persino sulle orecchie e le barbe poco curate dei musicisti, sugli sguardi d’intesa che danno l’ok ad un passaggio cruciale, sulla chiarezza del gesto musicale che è anche un gesto interiore dell’anima. “Burning”, questo il titolo, non è un concerto, non è la sequenza di immagini da sommare alle tracce audio, come un compendio o un bonus, ma è un bruciante documentario devozionale di Moon, dei Mogwai e dei fans dedicato alla Musica (le inquadrature sulle espressioni e i sorrisi dei fans valgono quanto le note dei brani suonati). Come un reperto a testimonianza imperitura, vive di vita propria grazie ad una bellezza intrinseca che ognuno di noi non si stanca di fissare, profondamente assorto in immagini che non si comprende fino a che punto riguardino solo un’esibizione musicale. Dunque non un documentario sui Mogwai e su una loro esibizione. Ma un documentario dove i Mogwai si prestano ad essere i traghettatori di noi tutti verso il nostro amore e le nostre anime.
(Stefania Italiano)
C0llegamenti su Kalporz:
Mogwai – The Hawk Is Hawling
Mogwai – Concerto al Marea Festival (Fucecchio – FI)
Mogwai – Concerto al Nuovo Estragon (Bologna)
Mogwai – Mr. Beast
Mogwai – Government Commissions (BBC Sessions: 1996-2003)
24 ottobre 2010