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Le emozioni che regalano i dischi sono il miglior investimento per il futuro.
1. Dirtmusic – BKO
2. Kings Go Forth – The Outsiders are Back
3. Superchunk – Majesty Shredding
4. Pontiak – Living
5. The Record’s – De Fauna Et Flora
6. The Budos Band – III
7. Demon’s Claws – The Defrosting Of…
8. Current 93 – Baalstorm, Sing Omega
9. The Jim Jones Revue – Burning Your House Down/The BellRays – Black Lightning
10. Swans – My Father Will Guide Me Up A Rope to The Sky
Ho un ricordo legato al primo posto della mia classifica; un fine settimana che ha rigenerato il mio stato d’animo preoccupato. Un viaggio verso Faenza con colei che mi rende migliore e un concerto che ha spazzato via ogni dubbio; la tradizione può inglobare tradizione generando stupore. Il rock di Race, Eckman e Brokaw abbraccia la musica Tuareg dei Tamikrest e per una volta, parlare di musica del deserto, non pare un eufemismo. Un disco che annulla barriere razziali, un viaggio verso culture sconosciute che diventano inevitabilmente vicine e la dimostrazione tangibile che il rock, in qualsiasi forma si manifesti, ha infinite possibilità di farci evadere. Un anno musicale che ha regalato, oltre al suddetto capolavoro, ritorni importanti, conferme degne di menzione e scoperte simili alle casse d’oro dei pirati. A tal proposito, vista la mia recente attrazione verso la black music 70, mai avrei pensato di imbattermi in un disco attuale capace di riesumare tali profumi; invece “The Outsider” are Back dei Kings Go Forth ha cambiato spesso l’umore delle
giornate grigie, ha illuminato di sole i giorni di pioggia e ha fatto si che il santino di Curtis Mayfield godesse dall’alto del suo piedistallo. Giornate di sole che invece sono diventate nere come la pece grazie al santone David Tibet e ai suoi Current 93; ancora una volta inarrivabili, nella loro miscela di folk apocalittico declamatorio e messianico. Il ritorno dei Superchunk è stato qualcosa di commuovente, tanto da farmi riprendere lo skate in cantina; le conferme di Pontiak e degli italiani The Record’s (i primi atti a rivisitare la tradizione americana e i secondi a portare in Italia un pop intelligente) sono state evidenziate da grandi prove live: Pontiak a Milano e The Recod’s in quel di Val Palot, a scaldare i 10 gradi effettivamente registrati a Luglio. Altro concerto memorabile ha sancito la condivisione di un posto in questa mia classifica: i BellRays sono più vivi che mai nella loro capacità di coniugare soul e garage mentre i The Jim Jones Revue hanno attualizzato il rock’n’roll di matrice Presley/Lewis in 30 minuti davvero infuocati. Il resto è il profumo dell’Africa di Fela Kuti nel progetto strumentale The Budos Band, giunti al maturo e splendido terzo capitolo, il debosciato rock’n’roll dei Demon’s Claws e la classe innata di Michael Gira che accantona gli Angels of Light e riesuma gli Swans, partorendo un disco enorme. E così si riparte per un nuovo anno, il mio primo in Kalporz, cercando di analizzare dischi capaci di regalare emozioni. Che non sono altro che un ottimo investimento per il futuro.
PS: Ok, i dischi non sono dieci ma undici perché ho usato lo stratagemma di utilizzare un posto ed assegnare un pareggio (direi meritato!). D’altronde questo è stato un anno davvero interessante e sono usciti dischi notevoli. Solo per citarne alcuni che hanno girato spesso nel mio lettore: la solita classe di LIARS, la svolta dei BRIAN JONESTONE MASSACRE, la dolcezza degli AVI BUFFALO, la poesia degli AMOUR FOU, il ritorno degli AFRICA UNITE, la conferma di un diamante pazzo italiano tale SAMUEL KATARRO, la psichedelia degli SLEEPY SUN, il buon disco (a detta di pochi) delle HOLE, la maturità dei BAUSTELLE, la nuova vita di CORIN TUCKER, la costanza di Mr. GELB con i suoi GIANT SAND, le cattive e quanto mai amate abitudini dei MASSIMO VOLUME, la collaborazione fra ROKY ERICKSON e gli OKKERVIL RIVER, la follia dei MOVIE STAR JUNKIES, l’acido dei BLACK ANGELS e il nuovo/vecchio corso dei BLACK MOUNTAIN, il jazz intriso di sperimentazione di MIKE WATT e dei suoi FLOORED BY FOUR, il disco solista di HUGO RACE (il primo posto se l’è guadagnato con i DIRTMUSIC), il soul di JOHN LEGEND con i ROOTS (bello anche il disco di quest’ultimi), il rock dei CROCODILES, il ritorno chiacchierato dei MARLENE KUNZ, quello atteso ed amato di NICK CAVE con i suoi GRINDERMAN, la violenza dei LUCERTOLAS, il funky anni 70 dei CALIBRO 35, la nuova veste di Dark side Of The Moon affidata alla rilettura da parte dei FLAMING LIPS, il profumo del deserto dei TAMIKRES, il punk’n’roll dei CUTE LEPERS, il cantautorato sottile di LUCA GEMMA, le cover di MIKE PATTON, il blues dei BLACK KEYS, le cover dei NADA SURF, il reggae/dub dei TRE ALLEGRI RAGAZZI MORTI, le storie da crooner di ADAM GREEN, l’amore di SHE & HIM con il loro volume 2, l’elettronica di CARIBOU, il r’n’r dei SADIES e il sole dei MORNING BENDERS.
Non ci si può proprio lamentare!
(Nicola Guerra)
19 dicembre 2010