Share This Article
Una copertina rosa stucchevole e piena di numeri segna il ritorno dopo tre anni di assenza della premiata ditta Meighan-Pizzorno da Leicester, i Kasabian.
È summa della loro arte questo “48:13”, lavoro capace di rafforzare la base di fan senza particolari sussulti o pretese e perchè no, raccogliere nuovi consensi à la Arctic Monkeys di “AM”. Ma laddove Alex Turner aveva dato un’impronta al proprio album che definirei transnazionale, ammiccando all’hip-hop e r’n’b americano, Sergio Pizzorno gioca tutto sul tiro e la presa rapida nelle nuove canzoni, puntando sulla forza di chorus antemici e ritmiche serrate: ne risulta fondamentalmente un party album, nonchè enciclopedia del rock albionico dai sessanta ad oggi, con l’unica concessione ai Stooges di “I Wanna Be Your Dog” (ascoltare “Stevie” per credere).
Siamo invece in territorio fratelli chimici con il singolo di lancio, “Ez-ehh”. Il grado di compatibilità con “Do It Again” è molto alto, l’arroganza da hooligan in puro stile gallagheriano pure. Ancora più di impatto è “Bumblebee” con un refrain che mischia House Of Pain e hard-rock tra Zeppelin e Sabbath; brano però degno di un gratest hits della band e che la riporta ai fasti del primo album omonimo. Altre concorrenti all’airplay mtviano-radiofonico sono “Doomsday”, piena zeppa dei clichè del supermacho, ed “Explodes” che risulta un pò scontata e monocorde. Anche la ballad strappalacrime di fine album “S.P.S.” si gioca le sue chances da hit, con i suoi evidenti rimandi al Richard Ashcroft solista.
L’interesse per “48:13” si sposta piuttosto sui pezzi di risposta ai “cuginetti” Temples e che si collocano a metà del disco: la breve “Levitation”, omaggio ai fine anni sessanta californiani; “Glass”, sorta di trip acido in odore di John Lennon e Primal Scream mentre “Clouds” è un turbodiesel rock che si tinge di elettronica, contendendosi con “Bumblebee” lo scettro di pezzo migliore dell’album. Riesce infine solo a metà “Treat”, cioè alla lunga stufa: nonostante questo, ci fa pensare a come suonerebbe oggi il nu-rave lanciato dai Klaxons ormai sette anni fa.
Quindi come se ne esce? Il mio voto fa media di più aspetti, dal peggiore (la cover) al migliore (l’ennesimo numero uno in classifica e l’ottima risposta dai più importanti palchi europei). Di questi tempi duri per la nazionale di calcio albionica, i Kasabian hanno quasi sfornato un capolavoro.
64/100
Matteo Maioli