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Che disco! Energia pura omaggiante la soul music dei mid-60s con una rabbia ed una potenza tipica del periodo post-punk. Il suono sgorga caldo e torrenziale, attraverso una sezione fiati spinta al massimo e l’accompagnamento determinante dell’Hammond organ di Mick Talbot (ex Merton Parkas e futuro Style Council). Il resto lo mette Kevin Rowland, con la sua voce incredibile, ora quasi stonata, ora vibrata, incapace di seguire uno spartito (apparentemente…) per più di tre secondi.
Canzone più famosa dell’album è senz’altro l’irresistibile “Geno”, tributo alla leggenda del british soul Geno Washington, la quale raggiunse il primo posto nel Regno Unito. Assolutamente alla pari con questo hit sono l’iniziale “Burn it down”, con una brass section selvaggia, gioiosa e potente, magnifica introduzione all’atmosfera sanguigna che pervade “Searching for…”, “Seven days too long” (carica come un candelotto di dinamite, semplicemente eccezionale), “I couldn’t help if I tried” (ballata etilica quanto tiratissima, dove Kevin si scatena nei suoi tipici vocalizzi ai confini con lo yoodle tirolese!) e “Thankfully not living in Yorkshire it doesn’t apply” (si sudano sette camicie a scriverne il titolo…), nobilitata da un grandioso falsetto di Rowland che insieme ad un’esecuzione quasi in punta di piedi fa lievitare il pezzo come il mago fa con la sua assistente. “Searching…” non aspetta altro che voi lo scopriate di persona; una mezz’oretta di ascolto potrebbe aprirvi orizzonti gioiosi e vergini, ricambiandovi con uno dei più travolgenti sounds degli ultimi 30 anni.