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Rinchiusa in garage, per almeno vent’anni, quella splendida macchina musicale chiamata Steely Dan, Fagen fa il suo esordio come solista non facendo assolutamente rimpiangere i lavori col vecchio compagno di scrittura, il molto reverendo Walter Becker. Anzi, “The nightfly” è quasi unanimemente considerato dalla critica come album bellissimo ed imprescindibile nella sua disarmante modernità. In effetti, riascoltandolo dopo diversi anni, mantiene un così nobile distacco da qualsiasi genere ed una tale pulizia del suono a cui non si può rimanere indifferenti. Circondatosi inoltre di musicisti eccelsi, tra gli altri i fratelli Brecker ed il compianto Jeff Porcaro, Fagen dona alle sue creazioni una lievità indescrivibile, come se tutti i pezzi fossero suonati in punta di piedi, abbinandola alla solita indole per la melodia ora lineare ora imprevedibilmente jazzy. L’ascoltatore attento verrà trasportato in un mondo di ripetuti…ascolti, dove ognuno dei quali gli rivelerà magnifici spunti nascosti. I pezzi super: “I.G.Y.”, “New frontier”, “Walk between raindrops”.