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Nell’ottobre del 1969 esce il primo disco dei “Re Cremisi”, subito eletto capolavoro del progressive rock. Atmosfere surreali, lunghe ed estenuanti composizioni dalle strane ed insolite architetture e testi complessi curati dal membro esterno del gruppo, Pete Sinfield, sono i punti forti del gruppo. Fatto davvero impressionante è come l’album non sia affatto invecchiato; i suoni curatissimi ed effettati supportano canzoni di straordinaria modernità, in special modo la opening track “21st Century Schizoid Man”, cavallo di battaglia lungo tutta la carriera del complesso. Essa ha un impatto durissimo, devastante, descrizione opprimente di un’umanità senza speranza. L’assolo di Robert Fripp è un vertice di controllato rumorismo di rilievo assoluto. I tre lunghi pezzi centrali sono caratterizzati invece da splendide melodie, molto malinconiche o addirittura tristi (“Epitaph”…), coronate dalla grandiosa ed epica “The Court Of the Crimson King”, monumento alle sonorità ed alle tematiche progressive (lunghe suites con agganci quasi free jazz legate a racconti mitologici o leggendari). Splendido l’assolo al flauto di Ian McDonald (fondatore, purtroppo, dei tremendi Foreigner…mah!) ed eccezionale rullata finale di Cento Braccia Mike Giles, batterista di lievità e potenza, di creazioni mai udite, verso il quale, venerante, mi genufletto.