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“Harvest” è l’album più universalmente conosciuto del Grande Canadese e contende ad “After the gold rush” la palma di migliore album della sua intera carriera. Registrato principalmente nella allora imprescindibile Nashville, città simbolo del country, fu best-seller negli Stati Uniti, trainato anche dalla classica ballata “Heart of gold”, richiesta fino alla noia (del suo autore) ad ogni concerto. Il disco di Young segna uno degli apici del country rock, genere del quale egli si può considerare tra i membri fondatori, avendo già nel background la milizia nei seminali Buffalo Springfield e la partecipazione (con firma) a “Déjà vu”, opera simbolo divisa con Crosby, Stills e Nash. Le canzoni contenute in “Harvest” sono quasi tutte molto famose, a dimostrazione della grande forma di cui godeva il nostro eroe. Per cercare il pelo nell’uovo, unica cosa stonata in questo album di grandi ballate è la tendenza ad una pomposità eccessiva (“A man needs a maid” e “There’s a world”), sottolineata da pesanti linee orchestrali di archi, corni ed arpa (!); sinistri presagi per un genere che di lì a poco sarebbe diventato precocemente senile. In ogni caso, ascoltando “Out on the weekend” e “Old man”, ci si tuffa volentieri in una bella frittata col pelo!