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Non ci ricordiamo nemmeno più quanto abbiamo dovuto attendere per ascoltare un nuovo lavoro di Peter Gabriel. L’attesa, dopo il precedente “US” ed il superbo live “Secret World”, è stata ripagata. “Ovo” è un “concept” che analizza le tappe di sviluppo dell’uomo prendendo in considerazione una famiglia ed il suo più piccolo rappresentante: Ovo, appunto.
Diciamo che il disco, pur non essendo forse, come mi è capitato di leggere, un capolavoro, rappresenta senz’altro una grande prova da parte dell’ex-genesis. Molta elettronica (mai però troppo invasiva come in certe prove di David Bowie), miscuglio di stili e di interpreti e composizioni di grande dolcezza sono sicuramente gli elementi caratterizzanti di “Ovo”. Peter Gabriel ha composto e prodotto tutti i brani, ma ha affidato le esecuzioni vocali ad un ampio ventaglio di personaggi compreso, per fortuna, se stesso.
Non è in assoluto un disco “facile” e, per essere capito, richiede ripetuti ascolti. Solo allora si apprezzerà la bellezza di brani come “The story of Ovo” (curiosamente “rappeggiante”), “The time of the turning” e, verso il finale, di “Downside-up” e “Make tomorrow”, caratterizzati da suggestive cavalcate strumentali.