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L’album d’esordio dei Supergrass è fuori di dubbio una delle migliori opere prime degli anni ’90, gemma assoluta nel panorama del cosiddetto brit-pop. Spinti da una carica ed un furore incontenibili, i tre ragazzi terribili di Oxford spaziano mirabilmente fra le grandi tradizioni musicali della terra di Albione. Il punk, ad esempio, è adeguatamente santificato da pezzi sanguigni come “I’d like to know”, “Caught by the fuzz”, “Lose it” ed il loro primo singolo, “Strange ones”. Troviamo inoltre omaggi sentiti alle irresistibili marcette pop dei Madness (“Mansize rooster”) ed agli immancabili mentori Beatles nelle due splendide composizioni finali (“Sofa (of my lethargy), la vedrei benissimo al posto di “Long long long” nel “White Album”… e “Time to go”). L’intero disco è attraversato da un’eccezionale ispirazione e spesso da atmosfere vagamente glam, le quali rendono il suono quasi divertente. Ad accentuare questo generale “funny mood” si nota anche l’estrema velocità di esecuzione di alcuni pezzi (“Sitting up straight”, la spassosissima “We’re not supposed to” ed il grande successo “Alright”) e l’impeccabile ricercatezza nei controcanti, i quali fungono da micidiale propellente a questa meravigliosa mongolfiera di note.