Share This Article
Pubblicato nel 1979 il secondo album dei Police è ritenuto da molti il capolavoro del gruppo inglese, già affermatosi alla platea internazionale per i toni decisamente più accesi di “Outlandos D’Amour”. Raffinato quanto difficoltoso per fruizione e ascolto, lancia i Police nell’Olimpo del pop internazionale consacrandoli come un gruppo originale e innovativo.
Apre la scena “Message in a bottle”, forse il pezzo più famoso dell’album ritmato da percussioni esotiche e suoni assolutamente rock nell’idea musicale che Sting vuole dare al disco, un mix di suoni differenti non omologabili armonizzati in un climax che sfocia nella capacità vocale del cantante di Tyne.
Di stile differente “Regatta de Blanc”, che dà il titolo al disco, è pezzo non omologabile in alcun genere e per questo così inspiegabilmente affascinante, più vicino a quella commistione culturale che negli anni seguenti caratterizzerà tanta parte dell’opera di Sting che rappresenta inevitabilmente l’aspetto più originale delle sonorità del gruppo; spiccano infine “Bring on the night” e la celeberrima “Walking On the Moon” premessa alle sonorità di “Ghost in the Machine”, parentesi orientaleggiante delle musiche già sperimentate in “Regatta the Blanc” pur con arrangiamenti e strumenti differenti.
A completamento dell’album 4 pezzi scritti da Stewart Copeland che pur sperimentali e non particolarmente creativi ben si amalgamano con le sonorità dell’album facendo della parentesi extra Sting propria di tutti i dischi del gruppo una dinamica variante dei testi più complessi e raffinati del biondo bassista. Ricordiamo a tal proposito “On any Other day” e “It’s alright for you” perfetto sequel del singolo “Walking on the moon”.