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Cosa pensate che possano suonare un californiano di origine sino-ispaniche, un cinese, un irlandese e un americano? La risposta e’ subito pronta: crossover, inteso idealmente come unione di più razze e di più tradizioni musicali. Ed eccoli qua i Deftones di Chino Moreno, cantante dalla voce inimitabile, al loro ultimo lavoro discografico che li consacra ai vertici della musica mondiale.
Dopo un periodo in cui sono stati oscurati dalla rivelazione Korn, i Deftones si sono fatti strada da soli con “Around the Fur”, che consolida il successo dopo l’uscita del loro album di debutto, “Adrenaline”; ma mentre i Korn hanno cercato di legare insieme il metal con il rap, nei Deftones era l’hard core la radice dalla quale estrapolare nuove sonorità. E questo si evince soprattutto in “Around the Fur”,disco molto piu’ violento e compatto del primo,anche già con qualche matrice dark-psichedelica, che verra ripresa poi nell’album successivo. Ma se c’è una qualità da ammirare nei Deftones è senza dubbio la loro capacità di non ripetersi mai. “White Pony”, si può considerare come il completamento di un percorso cominciato 5 anni fa con il primo album, ma al tempo stesso prende le distanze da entrambi gli album precedenti. E’ un capolavoro di suoni e di atmosfere melanconiche e sognanti; graffiante, ma mai spregiudicato. E soprattutto è un concentrato di stili e di contaminazioni sonore, a cominciare proprio da quelle sterzate dark/wave che contraddistingono l’intero album e lo rendono unico nel suo genere. Esemplari sono brani come “Digital Bath”, “Knife party”, “Pink Maggit”, “Change” (singolo d’uscita), oppure”Passenger”, l’incantevole duetto con l’arcana voce di Maynard James Keenan (Tool), che si contrappongono a volte a scene di sferrata violenza come in “Elite”. Brani che segnano una svolta importante nella carriera dei Deftones, ma soprattutto nel modo di fare musica nel 2000. Capolavoro, vale la pena di comparlo!