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Parlare del più geniale, intelligente ed irriverente gruppo italiano si rischia di farsi “sphalmare la merda in faccia” dagli stessi, nel caso si imbattessero in queste righe. Comunque, stiamo al gioco.
L’esordio degli Elii è quanto di più spiazzante possa esserci nello stagnante e decrepito panorama dello Stivale. Nobili discendenti della grandiosa tradizione cabarettistica-canzonettistica milanese (da Enzo Jannacci a Cochi e Renato a Ricky Gianco), ricca di nonsense ma anche di dotte citazioni e venata di un sarcasmo al limite del cinismo, i nostri eroi semplicemente attualizzano tutte queste caratteristiche, con un linguaggio molto crudo ed originale che lascia di stucco l’ascoltatore. A volte diventa arduo seguire tutti i ragionamenti ed i giochi di parole di Elio, per cui alla fine dell’album si è presi dall’irrefrenabile desiderio di riascoltarlo, almeno per capire!
Musicalmente, il simpatico complessino suona come una hard rock band colpita da improvvisi giramenti di testa, dove il ritmo pùo accelerare o decelerare istantaneamente. Pezzi mitici di questa raccolta sono “John Holmes” e l’irresistibile “Cara ti amo”, geniale interpretazione a due (Elio è “lei”, Rocco Tanica “lui”) del moderno rapporto di coppia. Altra canzone assolutamente imprescindibile è “Silos”, forte di un ritornello alla Giuseppe Verdi…Elii Visionari!