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Che cosa vedo? Vedo qualcosa che non è ancora definito, un cerchio che, per fortuna, non quadra mai, un sogno grandioso ed ambizioso ora colorato di viola e rosso in varie tonalità, ora in bianco e nero. Provate tutti alzando il volume, chiudendo gli occhi e… guardando. Cosa vedete?
Il quarto lavoro dei Marlene vede l’ingresso delle tastiere ma niente paura, il loro suono è molto seventies e sostiene efficacemente le visioni che Cristiano canta divinamente. E’ vero MoonRock quello che parte con la splendida “Cara è la fine” e termina con “Grazie”. E Marlene, pur esplorando la forma canzone (come del resto nell’esordio di “Catartica”), ancora una volta non delude e non si compromette.
Il duetto con Skin è forse il passo più molle, ma non certo per il duetto che, anzi, arricchisce la forse troppo fragile/facile trama sonora. Per il resto, testi affascinanti e musica piena di spigoli, alla faccia delle critiche su una presunta “commercializzazione”, che erano state sollevate da qualcuno che voleva solo denigrare la band di Cristiano Godano.
Uno, centouno, centomila grazie, un abbraccio e poi il buio. Grazie. Ah… chi l’ha detto che lavorano per una major? Sonica è la loro casa e che la Virgin sia subentrata alla Polygram per la distribuzione poco importa, anzi, per dirla alla loro, chi se ne frega poi!!!