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Cantautore amatissimo dai nostri cugini francesi e da essi prontamente adottato, Gianmaria Testa è un caso a parte nel panorama italiano, se non altro per il fatto di non avere avuto, in tutti questi anni, una distribuzione ufficiale nel nostro mercato così ricco e pieno di grandi artisti e capolavori inestimabili.
Le copie arrivate nello Stivale sono sempre state rare come gocce di pioggia nel Mali, e fatalmente col bollino import. Il bravo capostazione cuneese decide così di provare a diventare profeta in patria con un’operazione a due facce. La prima, che potrebbe essere rivoluzionaria, è quella di far distribuire “Il valzer di un giorno” nelle edicole, al prezzo di £.18000: ogni commento sarebbe superfluo. Vorrei solo sperare che potesse essere davvero l’inizio di un generale ravvedimento sulla politica di strozzinaggio verso i consumatori.
La seconda strategia, più strettamente artistica, vede Testa reinterpretare alcune fra le sue più belle canzoni, scarnificandole completamente e lasciandole alla sola sua voce ed alla sua chitarra, insieme a quella di Pier Mario Giovannone, autore quest’ultimo di cinque poesie appositamente inserite tra questi momenti musicali gentili e delicati. In questo modo, per chi non ha mai avuto l’occasione di ascoltare il cantautore piemontese, ecco la possibilità di assaporare gioielli come “Le traiettorie delle mongolfiere”, “Città lunga”, “Le donne nelle stazioni” (tieni d’occhio i treni, Gianmaria…) e “Polvere di gesso”. Quelli che conoscono già la sua poetica potranno bearsi di nuovi arrangiamenti e di due inediti emozionanti, la title track e “Piccoli fiumi”, quest’ultima assolutamente straordinaria e toccante. A giusto corollario del contenuto, una copertina di gran classe. Giornale e Testa sottobraccio, mi raccomando.