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Dopo sei dischi pubblicati e più di dieci anni di attività alle spalle arriva un’antologia a celebrare i Buffalo Tom, piccolo grande culto del rock indipendente americano. Un trio nato a Boston nel momento in cui questa città era diventata un punto nevralgico per il rock americano attorno ai nomi di Pixies, Throwing Muses e Dinosaur Jr. Proprio questi ultimi, insieme al punk rock degli Husker Du, rappresentarono un’influenza imprescindibile per gli inizi del gruppo.
Non a caso per produrre la musica aspra che caratterizzava i primi due lavori “Buffalo Tom” e “Birdbrain” intervenne J. Mascis, allora alla guida dei Dinosaur Jr. In seguito il gruppo seppe svincolarsi da quei suoni, trovando la propria personalità nei dischi “Let Me Come Over” e “Big Red Letter Day”. Emersero una scrittura nitida e canzoni che sposavano le influenze giovanili con melodie vicine a Big Stars e Beatles, un po’ come accadeva nello stesso periodo a un altro illustre gruppo bostoniano, i Lemonheads di Evan Dando. Pezzi sull’adolescenza, sul significato e la difficoltà di diventare grandi, a cominciare dal crescendo di “Mineral” e “I’m Allowed”, fino alle scintillanti melodie pop di “Larry”, “Sodajerk” e “Treehouse”.
Le stesse che si incontrano nel successivo “Sleepy Eyed”, “Summer” e l’impetuosa “Tangerine”, e che invece faticano a emergere nei pezzi dell’ultimo “Smitten”. Non che lo smalto sia improvvisamente svanito. A conferma di questo la lieve e splendida “Wiser” che chiude questa collezione dei migliori brani del gruppo. Resta tuttavia un senso di amarezza nel pensare che gruppi come Buffalo Tom e Lemonheads non siano riusciti ad affermarsi in pieno a dispetto di qualità indiscutibili e di
canzoni assolutamente convincenti.
E quindi l’invito è iniziare a riscoprire questi artisti a partire magari proprio da questa bella raccolta, arricchita dalle note dei tre musicisti e da una morbida versione di “Going Underground” dei Jam.