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L’esordio discografico di Paolo Conte avviene a metà degli anni ’70, alla rispettabile età di 37 anni. L’unicità del percorso artistico ed umano del Nostro si potrebbe cominciare a misurare già da questo piccolo indizio. Da sempre riottoso ad esporsi in pubblico, poco convinto delle proprie capacità vocali, Conte è già da un decennio responsabile di alcune tra le più belle, strane e memorabili canzoni a cavallo fra gli anni ’60 e ’70. “Azzurro”, forse il pezzo più fischiettato dal popolo italiano, insieme a “Nel blu dipinto di blu”, è sua. E così anche “Messico e nuvole”, interpretata da un tarantolato Enzo Jannacci, “Onda su onda” e “Genova per noi”, perfette per il registro tremulo ed emozionante di Bruno Lauzi.
Col tempo, l’esigenza di esprimere completamente sé stesso, dalla composizione all’applauso (od al fischio) del pubblico, si fa urgente e trova sfogo in questo disco molto personale, umorale, un po’ naif, ma con alcuni pezzi destinati ad essere dei capisaldi della poetica contiana. L’autocritica verso il suo timbro vocale pare qui (e nel successivo album) fondata: egli tende a cantare su toni un po’ troppo alti, creando effetti quasi declamatori ed anche buffi. A volte si stenta a riconoscere quel vocione arrocchito e fumoso che adoriamo, ma ripetiamo, la qualità delle canzoni è di lunga superiore alla media. C’è un’aria fascinosamente provinciale tra i solchi del vinile, piccole, stralunate storie di un osservatore attento e nello stesso tempo astratto. La Trilogia del Mocambo parte qui con “Sono qui con te sempre più solo”, mentre “Tua cugina prima (Tutti a Venezia)” trascina e fa sorridere di quelle gite snervanti che tutti abbiamo subìto almeno una volta. “Una giornata al mare” è uno dei capolavori assoluti di Conte, meravigliosa e commovente testimonianza di un tempo che forse fu o che forse non fu mai. Chiudiamo con un piccolo gioco che ripeteremo negli albums successivi: estrapolare una frase Conte Doc. Da “La fisarmonica di Stradella” , “… una nebbia che sembra di essere dentro un bicchiere di acqua e di anice…”. Segnalateci la vostra!