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Album poco classificabile. Okay, ben classificabile, fra i belli davvero. Non da palma d’oro, ma da menzione speciale di certo. Ehi!, Snoop è di nuovo qua, uccidete l’agnello grasso… Dopo litigi, galera, pessimi album, è di nuovo qua il figlio diletto di Dre. L’amico di Tupac, la voce stessa di Los Angeles che si libera dalla povertà, che gode e ride, bella, intelligente e magnetica. Tutto questo era Snoop Doggy Dogg, da qualche anno solo Snoop Dogg. Ha perso tutto questo, e oggi è un artista nuovo, ancora con Dre ma non più burattinato da Dre. Maturo, diremmo, adulto. Ma in effetti, a ventotto anni, semplicemente nuovo. Semplicemenete un altro rapper. Sentirete la differenza solo se conoscevate quello vecchio. Altrimenti, sentirete semplicemente un grande rapper.
La svolta la trovatre per intero nella traccia tredici. Skittate subito lì, su “Brake Fluid”, è il primo e il più raggiante capitolo del nuovo Snoop. C’è da dire che Dre, grazie a Dio, produce quattro tracce, e ne mixa altre sette. In tutto compare in più di metà album, ma “Tha Last Meal” non è un suo album. Da “Brake Fluid” in avanti scompaiono Dre e l’altra star, Timbaland, ai dischi su altre due tracce. Ma è delle altre sei che voglio parlarvi. Sette, a dire il vero, Perché Dre ricompare nel mixing di “I Can’t Swim”, solo che segue Snoop (!), non fa più la roba sua. Segue il miglior “Snoop without Dre” della carriera del signor Calvin Broadus (Snoop Dogg, appunto). Che finalmente ha capito come si fa. Se vuole sottrarsi alla supremazioa del dottore, deve lasciare il g-funk. Deve liberarsi della Los Angeles delle origini e provare col nuovo rap. Che a Los Angeles, da qualche tempo, suona molto vicino a New York vecchia scuola. Accidenti, brutta faccenda per un devoto a New York innamorato dell’esordio, di “Doggystyle”. E pensare che un po’ di “Doggystyle” l’ho ben ritrovato nelle prime quattro tracce. A dimostrare ancora una volta che se Dre è il generale del g-funk Snoop resta il suo soldato più potente. E adesso?, ci mettiamo a fare confronti con Eminem? E’ un altro rap, proprio un’altra epoca. Ma nell’epoca di Eminem ricompare un campione, e l’America lo onora con 400,000 copie la prima settimana. Felici di seguire il signore del funk e stupiti dei nuovi numeri del Dogg più famoso, diventato un ‘vet’. E se volete scoprire quanto male vi avrebbe fatto, senza gli anni di crescita artistica e umana, chiedete alla Death Row. La vecchia label di Suge Knight e Dre, ora finanziata con i soldi dell’ex presidente del Ku Klux Klan, fa uscire insieme a “Tha Last Meal” un altro album di inediti. “Dead Man Walkin’” raccoglie pezzi scartati e malamente assortiti, rimixati per questo meeting del raccapriccio. Basti dare un’occhiata al periodo. Provengono dagli anni sventurati di “Tha Doggfather”, sono gli scarti di quello scarto…
Avrei voluto dirvi di accoccolarvi in questo “Tha Last Meal”, ma non posso farlo. Va ascoltato, l’album, con attenzione. Comunque, sarà un piacere barcamenarsi fra il vecchio Snoop e la nuova ispirazione. E sì che ero sicuro che Snoop sarebbe tornato grande solo al guinzaglio di Dre. Mi ero sbagliato, perché Dre qui c’è, ma cammina al fianco del nuovo Snoop. Non lo oscura affatto, Snoop scintilla di consapevolezza. Il vecchio sound, un classico della musica moderna, batte sulle prime tracce. Restaurato, moderno, ma è ancora lui, il Dre-Snoop sound. Solo per quello, per le prime sei tracce, varrebbe la pena acquistarlo quest’album. Il botto però, ancora una volta, lo fanno le ultime sei di tracce. Certo, il rap d’oggi segue altre rotte, che Snoop non può seguire. Non lo riguardano, ma andate a scoprire il suo di presente, vi stupirà. Se siete in cerca dell’ultimo grido dell’hip hop fermatevi su “Tha Last Meal”, e se siete dei nostalgici, fermatevi anche voi su “Tha Last Meal”. Non sarete accontentati, ma sarà la siesta migliore che potrete concedervi.