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Nel 1999 Stephen Merritt e i suoi Magnetic Fields se ne uscirono con l’idea bizzarra e terribilmente ambiziosa di pubblicare la bellezza di 69 canzoni d’amore. Un progetto diviso in tre parti o, meglio, in tre capitoli, per affrontare e forse ridisegnare il tema storicamente più toccato dalla musica popolare.
Ci sarebbe da restare schiacciati dal peso di una tale responsabilità, eppure ora che la Circus ha ristampato il lavoro raccogliendolo in un unico cofanetto uscito lo scorso dicembre, la sensazione è che queste sessantanove canzoni finiranno per conquistare molti cuori.
Il merito è probabilmente della leggerezza delle composizioni e dell’ironia che spunta spesso tra i solchi dei tre dischi. Non a caso uno dei nomi che salta alla mente ascoltando questi brani è quello degli Smiths: è simile il modo di cantare gioie e dolori riuscendo a mettersi a nudo e a sorridere di se stessi.
E infatti alcune delle composizioni migliori sono strettamente
imparentate con quelle del gruppo di Manchester o con le storie di Belle&Sebastian. La dolcezza dell’iniziale “Absolutely Cuckoo” e le splendida melodie di “Luckiest Guy on the Lower East Side” e “When My Boy Walks Down the Street” sono lì a testimoniarlo.
Piccole gemme in cui è racchiuso tutto un mondo di sentimenti, gioie e aspettative d’amore, sogni a occhi aperti.
Peraltro il disco presenta una tale varietà di stili e approcci davvero stupefacente. Dal pop elettronico e dalle tastiere anni ottanta si passa a pezzi scarni, dal country si arriva al jazz, dalla malinconia blues alle ballate romantiche fino ad arrivare a piccoli intermezzi costruiti soltanto sulla voce. Risaltano sempre le perfette composizioni di Stephen Merritt, tra i pochi artisti contemporanei in grado di descrivere l’amore in tutte le sue sfaccettature.
Capace di essere romantico e poi sconsolato, quindi dolce, crudele,
ironico e incredibilmente serio. In ogni caso dotato di un talento compositivo davvero invidiabile.
Per tutti questi motivi molte di queste 69 canzoni sanno ammaliare e costituiscono un’opera traboccante di idee e sempre emozionante.
E poi come non amare un gruppo che riesce a cantare con la massima naturalezza e il sorriso sulle labbra “I know the solution: Love, Music, Wine and Revolution” (“World Love”)?