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Ritorna il Paisley Underground? Viene da chiederselo, alla luce anche dell’ultimo bellissimo lavoro di Steve Wynn (ex Dream Syndicate ed eroe di quegli anni di new-psichedelia) ed ascoltando le canzoni contenute in questo debut album. “T.G.A.Y.T” è un gruppo californiano formato da Todd O’Keefe (voce e chitarra), Mike Regilio (chitarra) e Justin Rocherolle (batteria). Al basso stava fino a poco tempo fa Io Perry, ora il posto è vacante. California, quindi, dove il Paisley ha avuto la sua massima espressione attraverso gruppi come i citati Dream Syndicate, i Green On Red, i Rain Parade, fino ad andare in trasferta nella Georgia dei REM di un’ancora capelluto Michael Stipe.
Proprio i REM sembrano essere tra le più importanti influenze del gruppo, il quale svela anche una naturale tendenza verso atmosfere puramente Sixties, citando qua e là Kinks, Beatles, Beach Boys, Turtles, Who e Zombies. Le nove tracce di “As Performed By…” si snodano fresche e veloci, con accurate armonie vocali. Ogni pezzo fatica a passare i tre minuti di durata, anche questo in puro stile anni Sessanta.
“The Big Red Machine” apre l’album vigorosamente, con un drumming potente e vagamente scomposto (grazie ancora a te, Dio Keith Moon) che accompagna una melodia aperta ed epica. La traccia successiva, “Betty”, ha l’aria di essere l’ipotetico singolo, con il suo riuscito impasto di jingle jangle Byrds/REM unito ad una tribalità ritmica che ricorda i Guadalcanal Diary, grande e dimenticato complesso australiano di metà anni ’80, anch’esso influenzato dall’onda lunga Paisley. Già, una di quelle enormi onde del Pacifico che oltre a scaricarci qualche surfista imprudente ci lascia sulla battigia perfino alcune scintillanti linee sonore dei Three O’Clock, evidenti fra le pieghe della bella “Suspect In the Trees”. Da segnalare inoltre l’affascinante “Post-Showdown”, coi musicisti bravissimi nell’equilibrare il pezzo tra potenza e ritegno.