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Un sestetto di Detroit, i “dirty dozen”. Fondati da Bizzarre e dal freestyle-fenomeno Proof, contano altri tre colored, Kon Artis, Swifty e Kuniva. Non vi conduco nella selva di alias che ciascuno si porta dietro, tanto più che non è per loro che siamo qua, oggi. Perché il sesto elemento di questa sporca mezza dozzina è nientemeno che Eminem. L’unico bianco, il produttore, rapper, e per la prima volta anche il discografico.
“Devil’s Night” esce per i tipi della Shady Records. Che certo è una costola della Interscope, ma porta il nome del signor Mathers. Il nome e i servigi. Questo dei D12 è una specie di tappa di passaggio per il prossimo disco solista di Eminem. Vi partecipa anche Dr Dre, per ricreare come si deve l’aria di casa. Produce quattro pezzi. Non proprio quattro miracoli, a dire il vero. Sanno anzi di “beat di servizio”. Quelli buoni sempre, non troppo originali, ma appunto sempre buoni. Il resto è opera di Em e Kon Artis. A essere cattivi si potrebbe insinuare che il resto è opera degli allievi. La scuola di Dre si sente. Con la base che coccola la parola, che avvolge e stringe il rapper tra le sue volte. Il livello però è un altro, e in fondo anche lo stile. I D12 fanno jam. Si alternano al microfono, scambiano versi e voci, un po’ di disarmonia è prevista. Una base più “elastica” facilita il compito. Comunque, la cura è ammirevole. Nel mixaggio, nella registrazione giù giù fino all’inscatolamento. Alla grafica insomma: tutto molto professionale. Aiuta, questa cura. Aiuta a sorvolare su un “Devil’s Night” poco originale. Resta un buon lavoro, divertente. E per chi ne soffra, un album buono a tamponare l’astinenza da Eminem. Che in mezzo a cinque niggaz di talento dimostra di non essere solo un burattino di Dr Dre. L’abilità di lyricist non si contesta, ma col microfono… Be’, sarà ora di accordargli fiducia, ormai.
Il cd è un po’ monotono, ho detto. Ci sono quattordici tracce, quattro skit e una ghost track. Non male la ghost, “Girl”. Che è poi il dissin’ su Dj Lethal e Fred Durst. Anche i Limp depennati dal Eminem il terribile… Manca solo il secondo cd. Se vi procurerete questa prima limited edition, avrete un bonus cd con qualche chicca. Un paio di versioni della celeberrima “Shit On You”. O meglio, il singolo e il video del singolo. Una picture gallery e qualche altra amenità. E ancora due nuovi pezzi, in linea con l’album.
Nel complesso, “Devil’s Night” è una promessa mantenuta. Un altro po’ di “international west-coast”, quella buona a popolare. Per il gangsta rap cercate altrove. Per l’hip hop di qualità fermatevi pure. In attesa del prossimo Eminem…