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Tool, ovvero un macigno di suoni che si abbatte sull’ascoltatore impreparato. Per chi già conosce la produzione precedente di Keenan e soci, questo “Lateralus” risulterà un lavoro decisamente più maturo, più ricco di chiaroscuri e senz’altro più interessante. Per chi non l’avesse ancora capito, qui si sta parlando di metal, di quello pesante, che comunque non perde mai la sua intelligenza a favore di un’ottusa brutalità.
Ce lo dimostra già la prima traccia del disco, “The Grudge”, che esordisce con il drumming via via crescente di Danny Carey (certamente il “migliore in campo” per la fantasia e il gusto che riesce a mettere proprio nel momento in cui alcuni ripetitivi riff fanno calare la palpebra) per poi sfogarsi nel pieno orchestrale del gruppo.
A questo punto il resto delle canzoni non fa altro che ripetere e variare sul tema questo canovaccio a dire il vero ormai piuttosto consueto nel metal (soprattutto quello più recente): partenza in sordina, arrangiamenti ipnotici, ritmi tribali, voci sussurrate e con un accenno di melodia; più che a una calma piatta, questi momenti fanno pensare all’appostamento di una pantera pronta ad attaccare. Ed infatti puntualmente i brani si aprono in selvagge detonate, neanche troppo veloci a dire il vero, in cui la voce di Keenan si trasforma in ruggito.
All’interno di schemi stilistici così rigidi sta alla bravura degli artisti riuscire ad interpretare e rielaborare nuove forme, nuovi suoni, nuove idee. E le idee qui non mancano. Keenan, forte del suo progetto con A Perfect Circle, trova nuovi sentieri melodici, talora impervi ma comunque efficaci. I ricchi spunti del cantante e le invenzioni ritmico/timbriche del chitarrista Adam Jones, supportate dal tagliente basso di Justin Chancellor, aiutano a digerire in scioltezza i lunghi brani che compongono questo disco (la versione in LP è venduta su due vinili; per chi ha consumato le puntine con “…And Justice For All” tutto ciò ha un significato…). Comunque non si può che tirare un sospiro di sollievo e un respiro per il pogo quando ci imbattiamo in canzoni così dirette e viscerali come “Parabola” o “Ticks And Leeches”.
“Lateralus” è un disco da conoscere e da consumare, fatto da un gruppo che non può che essere una promessa per il futuro del metal. Come se i Pantera si fossero reincarnati nelle chitarre dei Korn e nelle ritmiche dei Sepultura di “Roots”