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Il ritorno di Tricky vorrebbe essere l’album del cambiamento. Ehi, dichiarato il cambiamento, annunciato da Tricky stesso. Con “BlowBack” Tricky vuole andare in radio, in Mtv e compagnia. L’esordio esplosivo con “Maxinquaye” nel 1995 gli dette notorietà. Diffusione, in radio e in televisione, e rispetto. Era uno di quegli album buoni per la Top10 e per i club più esigenti e snob. Questo non avrà magari lo stesso appeal, ma di buone cartucce ne possiede. Non solo per la Top10 intendo, a cui comunque è votato.
La formula è leggermente cambiata. Diciamo che invece che partire dal trip-hop per andare al pop, al rock persino, stavolta pare si siano invertite le stazioni. Invece che attirare la canzone nel mondo e nelle regole elettroniche, Tricky adatta il suono trip hop a strutture e a regole più tradizionali. E allora grande rispetto per la voce, per la modulazione, per linee melodiche pulite. Con tutto questo, il punto di arrivo della sua musica non è molto diverso che negli album passati. Voglio dire che non troverete canzoncine remixate. Lo stile di Tricky risalta eccome. Ma già la sua voce, per dirne una, sta più in disparte. Si è passati da trip-hop a trip-‘pop’? In un certo senso… Ma non ne farei una malattia. L’album funziona bene, e si allontana un altro po’ dai vecchi compagni di viaggio di Tricky. Resta che Tricky, come i Massive Attack, fa trip hop europeo. Inglese, naturalmente. Solo che “BlowBack” ha un aspetto (musicale) per così dire ‘continental’. Più internazionale, più nei canoni del mainstream. Risalta la musica nera, il reggae, e quel po’ di pop elettronico bianco che oggi tira tanto. Non sono premesse nobili, per uno della stazza di Tricky… Tant’è, oggi funziona così, e il suo album comunque possiede il marchio di Bristol!
Gli ospiti sono Alanis Morrisette, John Frusciantie, Ed Kowalczyk dei Live, e i Nirvana nella cover di “Something In the Way”. Ben fatta la cover, nemmeno troppo ‘ritoccata’. Dimenticavo, cè anche Cyndi Lauper, ma è un apporto di cui si poteva fare a meno. I fissi invece sono Ambersunshower, voce femminile, e Hawkman, voce reggae maschile. E Tricky, naturalmente, che mette voce e produzione in ogni traccia. E’ il protagonista, ci mancherebbe, ma c’è folla. Condivide la scena con altre voci e altre personalità pesanti. E come abbiamo già detto, è sì casa sua, ma stavolta questa casa è aperta. Circolano gli stili, in un album abbastanza vario ma non sfilacciato. Il marchio di Bristol…
Il singolo è “Excess”, quella scritta con Alanis Morrisette. “You Don’t Wanna” ricorda i tempi con i Massive, ma alleggerita, ‘easy’. Da evitare “#1 Da Woman”, “Diss Never (Dig Up We History)” e “Five Days”, con Cindy Lauper. Due bonus track riportano indietro le lancette fino al Tricky classico. Elettronico e inglese integralista. Puro trip hop. Ma sono ghost track. “BlowBack” ci parla d’altro. Ascoltarlo, assicuro, sarà un piacere.