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Era ora. Uno dei migliori talenti del rap italiano esce allo scoperto. Scortato da tutta la sua crew… La PMC, la Porzione Massiccia al completo accompagna Inoki nel sospirato esordio solista. Oddio, la firma recita Inokines, dobbiamo aspettarci altro? Un altro ‘esordio’… Niente, “5°Dan” è sufficiente. Per placare la sete, per scacciare la paura. Cosa spingerebbe un rapper italiano a perseguire il suo credo musicale? Soldi ce n’è pochi, l’indifferenza monta e monta, la scena è retta ancora dalle stesse solite vecchie facce. Inoki invece è la speranza fiorita. Essere bravi nei feat non basta, non è sufficiente. La prova dell’album è la sola che conta. Il resto son ‘forse’ e ‘magari’. Lo erano, ormai.
Inoki, dunque. E la PMC, quella di Joe Cassano. Joe Cassano/Jhonny Jab, presente in dedica e in due pezzi. Due skit inediti, e non è mai abbastanza. L’album però ha bisogno di qualche precauzione d’uso. Distribuisce Vibra, ma la produzione è spartana. Povera la confezione e qualche sbavatura anche nella musica. Trascurabile. Il prodotto è valido e ricco. Quasi settanta minuti dall’ottimo standard, per mc’ing e produzioni. Dunque, “5°Dan” va preso per una rinascita. Un tassello della rinascita dell’hip hop italiano. Si riparte dal basso, con pochi fondi e molta voglia. Per le capacità basta il marchio di Inoki. Un nuovo inizio allora, ‘hosted by’ Dj Shablo alle macchine. Per gli scratch fanno presenza Skizo e Jay Kay su “Vecchio quartiere” e “Tutto il mondo”. Niente male, tutti e due i pezzi. Jay Kay presta servuizio anche in “Com’è la vista”, ma lì è oscurato da un altro grande alle produzioni. Nientemeno che Next One, anche se… Il nome c’è, il pezzo meno. Come qualcunaltro. “In volo”, “Since 95”, “La verità”. Falle in un progetto dalla portata rara. Eterogeneo perché le voci che vi si alternano sono tante. Sette otto, nientemeno. Contargli i difetti, le piccole sbavature è pura maniera, è dire che Letitia Casta ha il pollice valgo…