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Come Eminem e i D-12, così Nelly e i St Lunatics. In realtà la storia è diversa. Eminem ha dato una mano ai suoi amici, dopo essere stato lanciato da Dr. Dre. Nelly invece faceva parte dei St Lunatics. La storia è questa. I St Lunatics a St Louis e dintorni avevano anche un certo successo, ma volevano fare il salto. Il salto nel mercato che conta costa sforzi, e spesso è concessa una sola chance. Allora, mano nei cuori e con tutta onestà è stato scelto il migliore di loro. Nelly, il prescelto, ha prodotto “Country Grammar”, ha offerto un suono rivoluzionario e un bel talento al microfono. Ha venduto più di sette milioni di dischi, è diventato una star. Bene, ora è il momento di tornare a casa e presentare in società i suoi compagni e scudieri. E’ andata così, e in teoria se è piaciuto “Country Grammar” per “Free City” non dovrebbero esserci problemi. In teoria…
Ma parliamo dell’album. Come in “Country Grammar” spicca la musica. Il suono è una novità, senz’altro. Un suono originale, e provinciale. Raccoglie e ripassa in chiave moderna lo spirito musicale di St Louis. Rappresenta quella cultura, e la impone con classe. Il risultato è qualcosa di più che musica etnica. Voglio dire che è innovazine vera, non folklore. Ma certo l’innovazione ha tinte diverse dalla ricerca artistica, chessò, degli Outkast. Non è un giudizio di merito, badate. E’ che Big Boi e Dre hanno manipolato il mainstream dell’hip hop. Il funk, nientemeno. Mentre Nelly e soci hanno catturato il flow tradizionale della loro terra e ce lo offrono. Ci offrono il midwest sound. Più il contributo di St Louis alla musica hip hop. E’ ora di chiamarlo col suo nome: lo swing. Il problema è che da Nelly non è cambiato granché. Non esageriamo, non è certo un problema. Il fatto è che alla fine “Free City” suona come “Country Grammar”. Attenzione però, se vi sembrerà di stare a ascoltare sempre la stessa roba, prendetevi tempo. Lo stile è quello, ma le variazioni e le invenzioni sono tante. La voce no. Gira gira spunta sempre Nelly. Non sarebbe stato corretto intitolare questo disco “Country Grammar pt.2”, ma lo fosse stato non avrebbe stupito nessuno.
La differenza importante fra D-12 e St Lunatics allora è un’altra. E’ che Nelly è il protagonista, mentre Eminem è promoter alla pari. Nei D-12 c’è almeno Proof all’altezza del biondo di Detroit, nei St Lunatics dietro a Nelly c’è la Tebaide. Con tutto questo, “Free City” è un buon disco. Per la musica, davvero nuova, e stimolante. Sorvolate sul rap, anche se poi se ne fa carico soprattutto Nelly. Godetevi “Midwest Swing”, “Dis Iz Da Life” e “Scandalous”. Godetevi i suoni e i temi chill, blues, smouth… Voci, cori, controcanti, il suono del Mississipi.