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Terzo disco dei veronesi DFA (Duty Free Area), dopo “Lavori in corso” del 1997 e “Duty Free Area” del 1999. Registrato nel giugno 2000 in occasione del NEARFest (North-East Art-Rock Festival), si tratta di un altro bel risultato tecnico per la Moonjune, che va ad affiancare “Storybook” dei Finisterre.
La ripresa segue fedelmente i ritmi innumeri e le acrobazie virtuosistiche del quartetto, esponente di una musica di fusione solo in parte riconducibile al progressive, poco incline alla melodia e interessata piuttosto al tessuto ritmico. Se evidentissima è l’influenza del jazz, nell’uso percussivo di tutti gli strumenti (a parte qualche tratto più marcatamente chitarristico) e nell’andamento generalmente divagatorio e improvvisativo dei brani, non si può però tralasciare un referente a nostro avviso piuttosto evidente: i King Crimson degli ultimi due decenni, con il loro rock tecnocratico e un po’ freddo, attraente e respingente allo stesso tempo, splendidamente solipsistico. Lo stesso si può dire dei DFA: l’apprezzamento rimane legato soprattutto al lato tecnico, ad un basso e una batteria micidiali e infallibili, cui è estraneo il lato emozionale.
Insomma, ci si diverte ma non ci si emoziona. Un giocattolo-robot di raffinatissima tecnologia che inganna sulle sue reali capacità. Si ha quasi l’impressione di ascoltare più variazioni dello stesso pezzo: musica che nonostante la complessità scorre via senza lasciare tracce durature nella memoria; un esercizio di alta oratoria strumentale. I tempi in cui non passava mese senza qualche eccellente risultato creativo sono forse passati per sempre. Ma, visto e considerato che attualmente siamo troppo spesso costretti ad accontentarci, se non a compiacerci, di autoclonazioni aggravate – il primo a balzarci alla mente è il genio Jamiroquai – sarà forse il caso di baciarci i gomiti e cercare rifugio anche in nicchie come questa, di costruzione non proprio recentissima e originale, ma ben tenute, robuste e, soprattutto, larghe e ariose. Chi cerca qualcosa del genere in ambito rock potrà trovare in questo live buone soddisfazioni. In particolare ci sentiamo di consigliarlo a chi, oltre al rock, ama anche il jazz.
I D.F.A. sono Silvio Minella alle chitarre, Luca Baldassari al basso, Alberto De Grandis alla batteria e Alberto Bonomi alle tastiere. Questi due ultimi sono autori di tutti i brani ed esecutori delle trascurabili parti vocali.