Share This Article
Gruppo fondamentale della nuova onda tedesca di inizio anni ’80, figli al contempo dei Kraftwerk, di Kurt Weill e del dark e padri della musica industriale (a loro si ispireranno Sonic Youth, Marlene Kuntz), ensemble di ingegni fra i più disparati (Blixa Bargeld fa parte dei Bad Seeds di Nick Cave) gli Einsturzende Neubauten ritornano alla carica con questo nuovo album doppio.
Il basso attacca profondo accompagnando la voce di Bargeld in “Sabrina” mentre in sottofondo si iniziano a sentire le tastiere. E’ questa l’atmosfera preferita dal gruppo, cupa, lenta, disossata, inafferrabile. Ed è questa l’atmosfera in cui nasce la title-track, preceduta dall’estenuante accensione di una sigaretta, fumata durante l’esecuzione da Bargeld. La lunghissima suite termina con un coro improvvisato dal pubblico di un loro concerto a Mexico City. Minimalismo imparato da Nick Cave si fa largo in alcuni brani (come “In circles”), pop elettronico in altri, techno pura in altri, ma gli Einsturzende rimangono sempre fedeli alla loro filosofia, non si tradiscono, non si concedono, non si rendono accessibili – anzi -, si divertono a citarsi e prendono possesso con divertente ironia del proprio cliché. Le atmosfere anni ’30 sono così reali da immaginare Marlene Dietrich esibirsi all’Angelo azzurro, sere nebbiose sul Reno, Nosferatu e Murnau, espressionismo e Brecht, Fritz Lang con le sue officine claustrofobiche e vampiresche. Un racconto pieno di sensualità e pathos in “Beauty”, qualcosa che si avvicina alla forma canzone canonica in “Die Befindlichkeit des Landes”, e il cd 1 va verso la sua conclusione, diviso tra lunghissimi brani e brevi divertissement (addirittura gli archi in “Musentango”!) fino ad arrivare alla sinfonia finale di “Total Eclipse of the Sun”.
Il cd 2 è composto da un solo brano, l’estenuante, a tratti insopportabile, angosciosa cantilena “Pelikanol” (18’30”). Ed è un vero e proprio manifesto d’intenti, una sfida all’uditorio, una sfida alla musica, magari non indispensabile, magari non estrema come in passato, magari non vinta, ma coraggiosa e sincera. E mai stanca.