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Una vigilia natalizia fuori dal comune. Pensavate che fosse meglio restare sonnecchianti a crogiolarsi con le carte in mano? Ad ingozzarsi di panettone? Una sana tombolata in famiglia? La consueta predica di mezzanotte? Vi sbagliavate!
Serata limpida, nebbia assente, un po’ freddino qui in contrada chiavicone. I ragazzi di Taneto offrono all’ingresso ottimo vin brulè per carburare la serata, poi ci ha pensato Vinicio a scaldarci l’anima con emozioni stroboscopiche, roboanti filastrocche, molta voglia di scherzare e tanta, tanta allegria.
“Concerti per le Feste”, il tour natalizio ideato per teatri, deve adeguarsi all’acustica (non senza qualche disguido) del “Fuori Orario” di Gattatico. Una spirale luminosa è l’unica luce ad inizio concerto, l’atmosfera è rigorosamente scura, cupa, dal buio tintinnano le note di “Scende giù dal Ciel”. Si muovono ombre sul palco, il pubblico acclama Vinicio.
Sulla falsariga del racconto di Charles Dickens “Canto di Natale”, Vinicio sarà visitato da tre spiriti nella notte di Natale. Il primo spirito, quello della gioventù, indica la strada già percorsa (quando “desideravi essere un cantante di confidenza”); il secondo spirito la strada del festeggiamento presente; infine il terzo spirito la strada “dove ti sta portando la tua stessa strada”. “Sciocchezze!! – sussurra Vinicio – che cosa è mai la ricorrenza del Natale se non il giorno in cui si è di un anno più vecchi senza essere di un’ora più ricchi”.
Dopo “Accolita dei rancorosi” ecco il Babbo Natale d’eccezione dispensare il suo primo dono, mille coriandoli sul palco.
La festa incomincia. Seguono altre musiche della gioventù tratte dai primi lavori di Vinicio: “Sabato al Corallo”, “Pongo sbronzo”, “Il mio amico ingrato”, “Notte newyorkese”, “Corvo torvo” eseguito con le immancabili ali e il suo stridulo gracidio. Nell’intima atmosfera si scaldano i cuori, tra amici in compagnia di ottima musica.
Ma la notte di Natale è festa, grande festa, lo spirito burlone viene a visitarci. L’allegria non può mancare con “Marajà” e la goffa corsa che lo accompagna; dagli elefanti dell’india, alle scimmie del “libro della giungla”.
Solo dopo qualche pezzo, mi ricordo di quella vecchia carrozza addormentata alle mie spalle, simbolo del locale, rimasta tutto il tempo silenziosa ad ascoltare e bramosa di ospitare vecchi ricordi, e allora “in carrozza!”, salgo col pensiero su un vecchio treno impolverato accompagnato dalla sapiente maestria di quel diavolaccio di Vinicio. Abbondanza, ricchezza, fasto di… semplicità, sentimento, e genuinità, sono, come sempre, la ricetta inconfondibile, le pozioni del sapiente mago, che accompagnano il lavoro di Capossela.
Ecco un altro regalo. Dall’ombra del sottopalco sale un nuovo protagonista, un Farfisa a doppia tastiera, che dapprima si lamenta, svegliato la notte di Natale dal calduccio della sua roulotte per intonare “Campanelle”, traduzione liberamente arrangiata di “Jingle Bells”. Seguono a ruota, “Contrada chiavicone” e un anticipo del giorno che verrà “Al veglione”. Il pubblico lo accompagna, canta, scherza, balla, le ragazze al banco del bar tra una “cerbeza” e l’altra accennano balli latini. Insomma per dirla con parole sue “c’è chi ascolta trasognato” e “c’è chi urla e sta sbracato”.
Lo spirito del futuro porta Vinicio a intonare “Con una rosa” accompagnato da un piccolo Armonium, “Solo mia”, la tradotta “Non c’è disaccordo nel cielo”. La serata sembra conclusa, ma Vinicio rientra e a raffica: “All’1,35 circa” (sono ormai le 2.20), “Il ballo di S.Vito”, “E allora mambo”, un travolgente bis di “Campanelle”, “Resta con me”, “Zampanò”, “Il pugile sentimentale”.
Concerto o festa? Chi può dirlo, chiamatelo come vi pare, ma chi non c’era non lo saprà mai. Solo la musica e la personalità di un artista come Vinicio riesce a dare tante emozioni, che ad ogni pezzo riempie la scena, anima i suoi brani con buffe espressioni, a volte goffo, ma sempre straordinario.
Concludo con una frase non mia, che perfettamente descrive la serata:
“Nel giorno di Gesù Bambino una Festa della Madonna”
Non perdetevi le prossime date di “Concerti per le feste”, vi assicuro che in agosto un’atmosfera simile non si può ricreare. Dopo aver ingurgitato tanta allegria, non senza una buona dose di sentimento, non resta che dire: la mensa è finita, (ma domani ricomincia) andate in pace … “guidate con prudenza” “guidate con prudenza” e “Buon Natale!”