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“Rapideffusioni”, l’esordio dei Jokifocu, è un disco dolce e surreale sin dal coloratissimo coniglio in copertina, a far intuire un modo giocoso di guardare al mondo. La musica segue di pari passo, essendo pop rumoroso e dissonante che guarda a Pixies, Breeders e Pavement, nonchè ai meno allineati tra i cantautori, Rino Gaetano in testa.
Un disco pieno di melodie sghembe sporcate dal rumore, ricco di idee e sorprese. Sopra ogni cosa emergono comunque canzoni notevoli, talvolta affogate nelle distorsioni, “La tua foto migliore”, ma che più spesso si dimostrano fulminanti melodie pop, “Star” e “Rapideffusioni” su tutte. Brani che piacciono anche per quei piccoli dettagli che ti spiazzano, come il coretto che spezza il rumore in “Forse” o le chitarre sincopate che infrangono l’aria quieta che si respira in “Jokifocu”. O ancora nel gusto quasi beatlesiano delle armonie di “Guai, bye bye”, in cui il punto di riferimento più prossimo diventano gli Afterhours di “1.9.9.6”, apertura di “Hai paura del buio?”. Una scrittura che riesce anche a farsi più intima come nella lenta e sofferta “Invisibile”, dove spunta anche un violoncello, o nell’istantanea nostalgica della splendida traccia nascosta, prima affidata a una chitarra essenziale per poi sfociare in un crescendo di archi.
Un disco con pochi cedimenti, visto che soltanto in un episodio, “Scimmia sulla schiena”, appare qualche scollatura. Nient’altro da dire se non che “Rapideffusioni” è un lavoro avvincente e avventuroso, i Jokifocu un gruppo da cui aspettarsi ancora tanto.