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E’ stato questo “If You’re Feeling Sinister” il disco che ha iniziato a diffondere tra il pubblico il nome di Belle and Sebastian, essendo il vero esordio del gruppo, “Tigermilk”, bello quanto introvabile fino alla ristampa del 1999. L’atmosfera che si respira tra queste tracce è vicina a quella del disco lo precede, anche se si avverte una maggiore coesione tra tutte le canzoni e una maggiore consapevolezza da parte dei Nostri.
La musica, va da sé, è sempre quella, non ha perso né la freschezza né l’innocenza che aveva. Si incontrano canzoni pressoché acustiche e tutto è sorretto dalle chitarre e talvolta da un piano. E le storie narrate si delineano sempre di più e fotografano ragazzi indaffarati mentre crescono un po’, come accade nei racconti di J.D. Salinger.
Ragazzi che sognano come la Judy della canzone che chiude il disco, “Judy and the Dream of Horses”, e che “Non si sentiva mai così bene fuorché mentre stava dormendo”, dove le chitarre che ricordano i Velvet Underground più morbidi prima di arrivare al finale caotico. Ma ogni brano contiene un piccolo prodigio. E’ così per la linea di basso che introduce “Dylan In the Movies”, semplicemente una delle canzoni più belle nel repertorio del gruppo scozzese, o per il piano su cui è costruita la ballata “Seeing Other People” o ancora per gli intrecci di chitarre che compongono una meraviglia intitolata “Get Me Away from Here, I’m Dying”. Fino ad arrivare al momento più limpido e sereno del disco, l’aria tersa di “Mayfly”, o al contrario all’avvolgente malinconia di “The Fox in the Snow”.
Altrove spuntano due piccoli racconti in musica, in cui le dolci atmosfere acustiche si trasformano nel crescendo di “The Stars of Track and Field” e della canzone che dà il titolo all’intero disco. Aggiungeteci gli attimi lenti e struggenti di “The Boy Done Wrong Again” e il brano più tirato e rumoroso mai inciso dai musicisti di Glasgow, “Me and the Major”, e vi troverete con dieci canzoni perfette. Quello che si dice un capolavoro.