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Nell’inverno del 1985 la Homestead annuncia l’uscita del nuovo lavoro dei Sonic Youth, intitolato “Bad Moon Rising”, in omaggio alla celebre canzone dei Creedence Clearwater Revival, la band capitanata da John Fogerty e idolatrata dal chitarrista Lee Ranaldo. L’album sembra fungere da anello di congiunzione fra il passato e quello che da lì a breve sarà un roseo futuro: le atmosfere dissonanti, urticanti e più prettamente “punk” generate nel periodo di appartenenza alla “Neutral” si fondono con le tessiture chitarristiche e il l’andatura geniale che faranno parte dell’esperienza con la “SST”.
In tutta questa baraonda di eventi e mescolanza di idee e passioni, un piccolo brano di chiusura spalanca le porte del successo e della fama ai Sonic Youth: il rock classico, la cavalcata sonora di “Death Valley ’69”, oltre a fungere da base di lancio verso le grandi platee americane e internazionali, sembra un miracoloso impasto fra le sonorità degli Steppenwolf e gli esordi dei Led Zeppelin. Un episodio eccezionale, frutto di una collaborazione con Lydia Lunch, che comunque denuncia con sufficiente chiarezza l’identità dell’intero album.
Il furore dell’esordio viene a mancare perché sottile si insinua sotto la tessitura musicale l’idea della morte sociale, identificata nella politica conservatrice e destrorsa di Ronald Reagan, e a cui i Sonic Youth contrappongono la speranza della fuga, come quella hippie o come quella, utopistica, di Charles Manson nella Valle della Morte.
Ma come al solito dietro questa fitta rete di rimandi culturali c’è l’ironia, impassibile, superba, incontrollabile e difficile da decodificare. “La società è un buco e mi costringe a mentire ai miei amici” canta Thurston Moore, ma altri brani sono semplici storie d’amore. I Sonic Youth sono attratti da tutto ciò che gli piace e fanno tutto ciò che gli passa per la testa, ammettono di continuare a seguire band come Skull e Rat At Rat R, ma non disdegnano Prince, appoggiano gruppi indipendenti come i Necros ma si sentono vicini ai Jesus and the Mary Chain, che sono prodotti dalla Warner Bros. Nel frattempo scelgono il nuovo batterista, un ragazzotto che ha come gruppo preferito i Sonic Youth: si chiama Steve Shelley.
P.S.: “Bad Moon Rising” è stato rieditato dalla Geffen Company nel 1995, aggiungendo ben otto canzoni.