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Una delle tante sperimentazioni musicali della band newyorchese è raccolta in questo EP composto da soli tre brani, stampato in Italia come accompagnamento ad un ottimo libro-intervista di Guido Chiesa, consigliabile a tutti coloro volessero entrare in contatto con il pensiero dei quattro giovani sonici.
“Su Nioj”, il primo brano, si apre sugli applausi del pubblico per poi proseguire, dopo una serie di sovraincisioni elettroniche, con un impasto di rumori, distorsioni, feedback, che rilanciano decisamente il lato più animalesco e tribale di Thurston Moore e soci. Le urla finali sono l’esemplificazione di quanto già detto. A seguire una ripresa della storica “Shaking Hell”, presente nell’album di esordio “Confusion is Sex” e inno di battaglia dei primi anni di vita, ancora legati ad un’iconografia punk ma già decisamente spinti verso l’autonomia noise. L’anarchia del rumore è ancora sincera e intensa, di poco conto la voce strascicata di Moore. Per chiudere il mini-EP la splendida “Little Jammy Thing” divisa tra le armoniche tele chitarristiche di Ranaldo e Moore e lo scandire della batteria angosciante di Shelley, con il rumore che poco alla volta prende il sopravvento, per poi cadere in un leggero feedback e spegnersi. Straordinaria suite strumentale dagli intenti sorprendenti.
Un album di non facile accesso e di non immediato riscontro, consigliabile a chi abbia già avuto modo di apprezzare la grandiosità dell’universo Sonic Youth, ibrido, sconvolgente, a volte incomprensibile, ma ricco di fascino e di emozione.