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Alla fine la vera emozione che regala nuovo disco di Neil Young è la sua voce, una cosa così acuta e fragile che ti sorprendi ogni volta che riesca a stare in piedi da sola e non si spezzi all’improvviso. Ascoltarla emergere dal rock-soul leggero di “You’re My Girl” dà ancora quelle sensazioni, anche se la canzone non è quell’apertura mozzafiato che ti aspetteresti da uno come lui. Nessuna “Out On the Weekend”, il memorabile incipit di “Harvest”, per intenderci. Al suo posto ci sono invece gli arrangiamenti puliti di Booker T & MG’s che spruzzano qualche aroma soul su queste undici tracce.
Ma nonostante la novità nei suoni e l’infatuazione per la musica nera già dimostrata tempo fa in “This note for you”, “Are You Passionate?” è un lavoro a cui manca proprio la passione citata nel titolo. E’ un disco gradevole, paradossalmente troppo gradevole per colpire davvero. Mancano a queste canzoni infatti l’asprezza e il dolore palpabili in tanti vecchi dischi di Neil Young. Non c’è traccia del tormento e del bisogno di scrivere e suonare che si avvertivano ad esempio sull’ultimo capolavoro inciso dall’artista canadese, quello “Sleep With Angels” scritto di getto dopo la scomparsa di Kurt Cobain. Qui ci sono invece undici brani suonati con tutto il mestiere di Young e di Booker T & MG’s, innocui, rifiniti e ripuliti, tranne per l’ennesima sfuriata elettrica, “Goin’ Home”, che arriva giusto in mezzo al disco a risvegliare l’attenzione. Nove minuti di chitarre ruvide che danno l’unica vera scossa di tutto il disco. Il resto scivola via senza sussulti, suoni senza asprezze e canzoni pallide che non lasciano la minima traccia.
Ci si potrebbe stupire che dei pezzi tanti scontati siano usciti proprio dalla penna di Young, se non fosse che nella carriera del canadese tutto questo è già successo diverse volte. Neil Young è fatto in questo modo, può regalare dischi memorabili oppure riservare cocenti delusioni, come questo “Are You Passionate?”.