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I Múm provengono dall’Islanda, un luogo diventato da qualche tempo fonte di musica nuova e
inattesa, come testimoniato dallo sbalorditivo esordio dei Sigur Ros. Sono in quattro, due ragazzi più le due gemelle Valtysdóttir, che magari avrete notato sulla copertina di “Fold Your Hand Child, You Walk Like a Peasant” di Belle and Sebastian.
In questo “Finally We Are No One”, il secondo lavoro a portare la loro firma, mostrano a pieno quanto sappiano fare. Musica elettronica che suona sognante e magica, rumori di fondo che affiorano, voci dolcissime che si insinuano all’improvviso, qualche lontano e quasi impercettibile arpeggio di chitarra, suoni liquidi e una ritmica leggera appena accennata.
Un lavoro suggestivo e sognante, ma soprattutto ricco di emozioni. Che possono essere espresse in brani completamente strumentali, come il lento infrangersi di “K/Half Noise” e la malinconia “I Can’t Feel My Hand Any More, It’s Alright, Sleep Still”, entrambe punteggiate dagli archi. Oppure costruendo canzoni stravaganti che inseguono gli ultimi Radiohead e i connazionali Sigur Ros.
E’ così che si giunge all’atmosfera di sottile inquietudine di ” We Have a Map of the Piano”, dove la protagonista è per una volta una chitarra elettrica lieve punteggiata da continue interferenze che rimandano ai Tortoise, e si arriva poi alla lunghissima distesa di suoni onirici di “The Land Between Solar Systems”, posta in chiusura del disco a dibattersi tra una ritmica che pare prendere il sopravvento e un’atmosfera di quiete quasi irreale.
E soprattutto è in uno di questi brani che il disco raggiunge l’apice, nello splendore di “Green Grass of Tunnel”, primo singolo del disco, in cui la melodia dolcissima affiora lenta dallo sfrigolio elettronico per poi dispiegarsi in una stupenda distesa elettronica. Un vero incanto.