Share This Article
Il senso di tutta l’esperienza CCCP, mentre è ormai consolidato il Consorzio dei Suonatori Indipendenti – ovvero i C.S.I. -, sta in due frasi della canzone che apre questo live: “Live in Mosca, live in Budapest, live in Varsavia, live in Sofia, live in Praga, live in Punkow” e “un’opinione pubblica un poco meno stupida delle sale da ballo un po’ più che di merda”.
Musica militante, ironia militante. Il gruppo capitanato da Giovanni Lindo Ferretti e Massimo Zamboni ricorda i suoi collaboratori: Fatur e Annarella, folli esecutori di un teatro sadomaso d’avanguardia socialista, Carlo Chiapparini e Ignazio Orlando (chitarra e basso per un breve periodo) e la scena underground bolognese – la Bologna post-punk, la Bologna “dotta e rossa” di Andrea Pazienza, i Gaznevada, Pier Vittorio Tondelli e Radio Alice.
I CCCP di “Epica Etica Etnica Patos” sono lasciati fuori, perché simbolo di un’era diversa, già mutata dal crollo del muro di Berlino, evento tellurico e causa di quella che è ormai diventata “ideologia per archeologi”, come cita il booklet, che si chiude con la ripresa di una frase di “Filikudi” degli Ustmamò (gruppo prodotto dai C.S.I.): “Cos’è l’eternità, se gli anni ottanta era tanto tempo fa?”.
Il live mostra i CCCP così come uno se li è sempre immaginati, energici, intellettuali, teatrali, fautori di un prolet-kult per il nuovo millennio, con la voce profonda e profondamente stonata di Fatur che interrompe la musica, con le improvvisazione da cabaret, con un’attitudine punk mescolata a reminiscenze da Kurt Weill e memorie da messa in latino.
La voce catartica di Ferretti che apre “Militanz” con la geniale frase “il tempo passa, passatempi” prima dell’irrompere di Annarella che anticipa di pochi secondi l’ingresso della “chitarra disturbata”. La cocciuta affermazione di libertà di “Sono come tu mi vuoi” precede l’inedito “Profezia della Sibilla”, assurda sequela di luoghi comuni e spot con cantato da sigla dei cartoni animati e musica dissonante.
Di grandissimo impatto l’elegia punk per xilofono, batteria e voce di “Curami”, serrata nella sua dolcezza e mesta nella sua rabbia. Un frammento di Radio Popolare nel quale Ferretti parla del punk “continentale”, contrapponendolo a quello anglosassone e statunitense classico, e nel quale viene enunciata l’idea di punk alla base della band emiliana, “‘fanculo alla tecnica, ora interessa l’anima di chi suona”.
“Il mondo è pieno di sessuofobi, di maschietti repressi e di altre categorie di questi generi: fottetevi!!!”, così scandisce il cantante prima dell’irrompere della splendida “Trafitto”, uno tra i brani migliori del repertorio CCCP. Che se ne vanno con “Maciste all’inferno”, ossessione della band, che nel 1996 regalerà al film omonimo l’incredibile cadenza di “L’ora delle tentazioni”. Ma lì saremo già nel vertice dell’esperienza CSI, un altro mondo, un’altra era, un’altra etica permeata di pathos. “Live in Punkow” è un live per amanti, un gesto amorevole, la dimostrazione palese di non essere “Fedeli alla lira”.