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Intervista di Raffaele Meale e Paolo Marmora
Abbiamo intervistato via mail i Trans Am durante la loro recente tournée italiana. Appena tornato a casa, Sebastian Thomson – che si diletta in studio con basso, chitarra, tastiere, organo e batteria – ha risposto all’intervista, che verteva principalmente sul loro ultimo, spiazzante lavoro, “T.A.“.
Bisogna ammettere che passare dall’ascolto di “The Red Line” a quello di “TA” è abbastanza scioccante; cosa ti ha spinto in questa nuova avventura?
Due cose – il metodo di “Red Line” (album del 2000, n.d.a.) e i risultati di “Red Line”.
Per quanto riguarda il risultato finale, “Red Line” è un album che attrae principalmente uno specifico gruppo di fans musicalmente preparati. Con “TA” volevamo una registrazione che, sebbene differente e interessante, potesse alla fin fine essere ascoltata ad una festa per il divertimento di tutti. Una musica che potesse essere ballata.
Per quanto riguarda il metodo usato, alla fine ero frustrato dal processo di composizione “di gruppo”. Può condurre a grandi risultati ma anche a lavori sfocati. Con TA ci siamo seduti individualmente e abbiamo scritto canzoni complete. E’ stato un cambiamento piacevole.
Mentre i vostri lavori precedenti erano fulgidi esempi di eclettismo musicale, “TA” è un’immersione totale nelle reminiscenze da techno-pop anni ’80: consideri questo album un semplice caso, un’evoluzione del vostro sound o un punto di arrivo della vostra discografia? Quanto peso ha l’ironia in “TA”?
Non considero TA così totalmente “anni ’80”. Amo la musica di quel periodo, ma non conosco un album che suoni come TA! Prendiamo in prestito alcuni aspetti – ad esempio l’uso dei synths per suonare melodie semplici. Ma abbiamo tirato fuori anche elementi di rock classico, di punk, e di prog.
TA è indubbiamente un’evoluzione. Volevamo un album che suonasse ancora una volta raffinato e professionale. Tutte le cose registrate in cantina diventano vecchie dopo 6 anni.
Non c’è ironia nella nostra musica. C’è ironia nei titoli delle nostre canzoni, nelle nostre fotografie, nella nostra arte, nelle nostre interviste, ma mai nella nostra musica.
Cosa pensi possa riservarvi il futuro? Non temi che i fan della prima ora possano sentirsi delusi da questo nuovo album, considerandolo un compromesso commerciale?
Si, sono certo che un certo di numero di persone sia rimasta delusa da TA, ma penso anche che ci sia un altro largo gruppo che sia diventato fan dei Trans Am proprio per TA. La gente ha bisogno di allargare la propria mente. Solo perché una canzone è orecchiabile non significa che non sia arte. Per quanto riguarda il compromesso commerciale, tu ti sei reso conto che TA è ancora più strano del 99% del materiale delle maggiori etichette, e ha venduto solo poco più di “Futureworld” (album del 1999, N.d.A.).
Come ti poni all’interno de “l’indie-rock” attuale? Che senso assume per te questa definizione?
Non ascolto molto indie rock. Non sono sicuro di cosa significhi ora. All’inizio degli anni ’90 era un termine che significava qualcosa, ma ora i gruppi sulle etichette indipendenti hanno tutti un sound molto differente. Penso sia una cosa buona. Tanto per fare un esempio, Trans Am, The Fucking Champs, !!!, e Adult. Tutte grandi band, tutte su etichette indie, tutte con un sound completamente differente.
Cosa ne pensi del “post rock”?
Hhhmmm…una buona idea che era allo stesso tempo nuova ed eccitante ed ora significa solo “bands di maturi secchioncelli con vibrafoni”.
Qual è la tua idea di “Futureworld”?
Sfortunatamente un mondo dominato da catene di negozi, autostrade, guerra, inquinamento, sciroppo di granturco e cattiva birra. Dobbiamo trasformare questo in un mondo di business indipendente, buoni trasporti pubblici, pace, sacrifici economici per l’ambiente, bevande di vera frutta e birra buona.
La tua casa sta bruciando, quali album salvi?
AC/DC “Powerage” and “Highway to Hell”
Kraftwerk “Computer World”
Led Zeppelin (tutto ciò che posso afferrare)
The Police “Zenyatta Mondatta”
Ozzy Osbourne “Diary of a Madman”
Van Halen “Fair Warning”
Batucada Fantastica (Brasiliana)
The Cure “Seventeen Seconds”
E molti altri…