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E’ musica del mondo quella del maestro di Capoeira Luiz Martins De Oliveira, meglio conosciuto come Baixinho. E’ musica che ha il sapore pieno, intenso, malinconico del Brasile e delle periferie che fanno da sfondo alle grandi città del Paese verde-oro.
“FuZuè” è l’album di esordio di Baixinho, “mestre” di quella che può essere definita in tutto e per tutto un’arte: la Capoeira, pratica nata nel XVII secolo a Bahia da schiavi di origine africana “in ansia di libertà”. A lungo proibita dalle autorità, è stata infine legalizzata intorno al 1940, ed oggi è uno fra gli “sport” nazionali del Brasile, il secondo più praticato dopo il calcio. E’ un’arte che intreccia danza, musica, gioco, lotta e acrobazia.
In “FuZuè”, grazie all’inconfondibile voce di Baixinho e ai tipici suoni della Capoeira, trovano posto sensazioni, esperienze, tradizioni, calore e colori di Bahia, una terra sicuramente unica al mondo proprio per la sua estrema diversità. L’inconfondibile suono del berimbau e delle percussioni, che accompagnano tutto l’album, sono gli elementi acustici fondamentali che, unitamente al particolare timbro vocale dell’autore, rendono l’LP molto piacevole da ascoltare. Insomma, in “FuZuè” trovano spazio quattordici tracce che parlano di Capoeira, di viaggi, ma anche di schiavitù e della vita dell’autore.
Diversi i momenti convincenti nel disco di Baixinho: “Coro de corpo” e “Capoeira ganhou espaço” hanno un incedere ipnotico e l’uso dei cori è davvero azzeccato. Il contrabbasso di “Palacio Imperial” è una delle cose migliori del disco, mentre in “Venha venha” si respira la polvere delle strade di campagna brasiliane. Insomma, questo è un disco che non si fa fatica ad ascoltare tutto d’un fiato, purchè non si sia sintonizzati esclusivamente sulle frequenze commerciali della musica: nel lavoro di Baixinho, infatti, c’è poco di commerciale e molto di etnico, di world music.
Il secondo cd presenta 6 remix. Si inizia con “Palacio Imperial”, rivisitato in chiave cocktail lounge da Tommy Bass, promettente dj della Irma Records; pregevole la versione drum’n’bass di “Nego Lutou”, firmata dai torinesi Rollers Inc., pionieri di queste sonorità in Italia. Sopra le righe anche il downtempo di “Xique xique boi” dei Maniaci dei Dischi, pseudonimo dietro il quale si celano Painè della Temposphere Records e dj Fonx. E poi ancora “Minha Morena”, remixato da Seldom Seen, ed altre due rivisitazioni di “Palacio Imperial”.
Per quanto lo si ascolti, il disco composto dai remix non convince mai del tutto, ed appare un’operazione superflua, vagamente ruffiana, un po’ commerciale. Attenzione: non si discute la bontà dei remix in questione, quanto l’utilità. Comunque, se ci si ferma all’ascolto del primo compact disc, la musica di Baixinho merita la sufficienza piena.