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Dopo la diaspora dei gruppi del Consorzio Produttori Indipendenti e dei Dischi del Mulo abbiamo perso le tracce di molte band, alcune delle quali di indubbio valore (ricordate gli estAsia?); i Miraspinosa però non sono mai scomparsi del tutto, e all’epoca decisero di proseguire con l’autoproduzione, guardando nel frattempo al mercato estero.
Il processo pare ora definitivamente compiuto con questo “e-motion”, terzo disco della band veneta che col tempo ha abbandonato i riferimenti dark e i pastiches linguistici degli esordi, orientandosi verso un cantato in inglese e una musica che ricorda in più di un’occasione gruppi come Lamb e Portishead; ciò che, dagli esordi, non sembra poi essere cambiato tanto, é una visione pessimistica del mondo (“ora hai il diritto di sentirti stanco / ora hai il diritto di avere paura / ora hai il diritto di essere disgustato da tutto questo” canta Mirka in “Tired”), e la ricerca dell’amore come ancora di salvezza: niente di troppo originale, in verità, complici anche certe immagini testuali ormai logore (“la pioggia laverà via le tue lacrime” in “Rainfall”) e fortemente debitrici della band di Lou Rhodes e Andy Barlow.
Le emozioni in movimento del titolo non sono altro che un viaggio sonoro ondeggiante tra momenti zuccherosi e atmosfere sognanti (la bella “Frantic”, che potrebbe benissimo essere una outtake dei Portishead), che esplodono negli upbeat e nei fragori ovattati di “Coming down”.
“e-motion” non è un cattivo disco, ma non ha niente di nuovo da dire, e si affida troppo al cantato di Mirka Valente: anche se le sue doti vocali non sono certo in discussione, a volte la sua voce risulta stucchevole, specie quando tenta di forzare gli acuti, come nella conclusiva “Blue”, preghiera laica e accorata (“Please silence your guns / our child is sleeping / …/ give him a chance to be a man / better than you and me”). Niente di inascoltabile, ma forse sarebbe il caso di battere strade differenti.