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Amedeo e Simone Pace, insieme a Kazu Makino, tornano a Roma per suonare e testare dal vivo i brani che comporranno il loro nuovo album, in uscita presumibilmente a Gennaio del 2004: un’occasione decisamente da non perdere.
Nella splendida cornice dell’isolotto in mezzo al laghetto di Villa Ada si raduna una folla inaspettata e affamata di musica. Uno spettacolo veramente sorprendente, soprattutto per chi, come me, ha assistito a date dei Blonde Redhead quando ancora si esibivano in locali angusti, e senza neanche riempirli. L’attenzione viene prestata naturalmente verso le nuove composizioni, che palesano una fascinazione della band per la musica di Serge Gainsbourg e per il cantautorato francese in generale (George Brassens e, per filiazione, Fabrizio De Andrè): torna a farsi corposo l’uso del basso, Kazu regala minimalismi all’organo – ma in studio suonerà un clarinet, quindi è intuibile che l’atmosfera muterà sensibilmente -, molte sono le basi registrate in modo da sopperire alla mancanza oggettiva di musicisti in grado di aiutare il gruppo sul palco.
In definitiva i brani lasciano ben sperare e impressionano notevolmente in alcuni casi: appare evidente come il loro sia un lavoro in evoluzione rispetto al precedente “Melody of Certain Damaged Lemons”. Proprio dal lavoro in studio del 2000 provengono gran parte delle riprese: “Melody of Certain Three”, che apre il concerto, paga un assestamento dei suoni ancora non definitivo, “Hated Because of Great Qualities” è un monumento alla voce di Kazu, più volte acclamata dal pubblico romano, ed è cantata interamente in inglese (nella tournée precedente Kazu cantava la prima strofa in inglese e la seconda in italiano), lascia ancora una volta stupefatti l’ipnotica irruenza di “In Particolar”.
Da “In an Expression of the Inexpressible” arrivano, in bell’ordine, una seducente “Missile ++” e una devastante e nervosa “Suimasen”. Ma i tre pescano ancora più lontano, arrivando addirittura a dieci anni fa, ai tempi della Smells Like Records di Steve Shelley, e dall’album d’esordio ecco arrivare “Sciuri Sciura”, perla nascosta.
E’ poi la volta dei bis: i tre ne concedono molti, forse anche loro in parte sorpresi da quest’orda di gente festante che è venuta a rendergli il doveroso omaggio. Ed è il momento più alto del concerto: una dopo l’altra arrivano lo straordinario incedere di “Violent Life”, i palleggi di strofe tra Kazu e Amedeo in “(I am Taking Out My Eurotrash) I Still get Rocks Off”, il furore nevrastenico di “Water” e “Kazuality”, fino allo pseudo spettacolo teatrale messo in piedi durante una versione scarna ed emozionante di “In an Expression of the Inexpressible”, con Kazu che ormai non guarda più neanche il pubblico, ma si rivolge direttamente ad Amedeo, il quale le danza intorno con la chitarra. Urla, dolcezze improvvise, pause strumentali, follie elettroniche: il mondo dei Blonde Redhead si è fatto, con gli anni, intricato ed affascinante. Ciò che stasera è stato regalato al pubblico romano è un gioiello.
(Raffaele Meale)
14 luglio 2003